mercoledì 14 settembre 2016

G. PAISIELLO FESTIVAL, UN SUCCESSO CONVINCENTE PER "NINA, O SIA LA PAZZA PER AMORE"

ACCOGLIENZA CALOROSA PER  L’OPERA DI G. PAISIELLO  “NINA, O SIA LA PAZZA PER AMORE”

di Gaetano Laudadio

ACCOGLIENZA CALOROSA PER  L’OPERA DI G. PAISIELLO  “NINA, O SIA LA PAZZA PER AMORE”

di Gaetano Laudadio


Taranto - La rappresentazione della “Nina, o sia La pazza per amore” di Giovanni Paisiello ha raccolto al MUDI anche nella seconda replica calorosissimi e convinti applausi del numerosissimo pubblico accorso per assistere alla opera buffa più nota del compositore tarantino. Si tratta di una nuova edizione critica del musicologo Lucio Tufano in un atto e con i recitativi parlati, realizzata in coproduzione con il  Teatro dell’Opera Giocosa di Savona. Per l'occasione tarantina è andata in scena la versione originale del 25 giugno 1789 realizzata in un solo atto e con l'innesto del prologo di una zampogna che ha dato il via  all'opera. Fuori dal botteghino è rimasta ancora gente in fila per fare il biglietto, ma troppo tardi, non c’era più posto. Chi sa se l’organizzazione del Paisiello Festival non prenderà in considerazione un’altra serata da regalare ai tarantini che non hanno potuto assistervi. Taranto ha festeggiato così, finalmente, il suo più celebre concittadino con uno spettacolo degno della sua fama. Paisiello era corteggiato e richiesto dalle maggiori corti europee: da quella del re polacco Venceslao a quella della zarina russa Caterina II, a quella dei Borbone, per finire a Napoleone Bonaparte, dal quale Paisiello era particolarmente stimato. La  “Nina, o sia La pazza per amore” è una commedia in prosa ed in verso per musica,  il cui libretto è la traduzione di una commedia francese di genere “larmoyant” creata per la Comédie Italienne da Benoit-Joseph Marsollier des Vivetières e musicata da Giovanni Paisiello. L’opera ha come protagonista una giovane contessina, impazzita perché crede che l’amato Lindoro sia stato ucciso in duello. Quando  Nina ritrova l’amato creduto morto, ritroverà anche  la ragione in uno dei finali lieti più celebri nella storia del teatro musicale.  È questa, certamente, la sua opera buffa più nota e non sono di importanza minore le sue composizioni di musica sacra, come il “Te Deum Laudamus”, composta ed eseguita per Napoleone Bonaparte nel giorno della sua Incoronazione a Parigi e “La Missa Defunctorum”, che, come accadde in occasione dei 100 anni dalla scomparsa di Paisiello, sarà rieseguita anche quest’anno nel Duomo di S. Cataldo nella ricorrenza dei 200 anni dalla sua morte. Tutte le scene dell’opera sono ambientate all’interno di un antico e nobile palazzo settecentesco con giardino annesso, in uno stato di abbandono, quasi a rappresentare lo stato d’animo di desolazione della protagonista Nina, delusa e privata della memoria per il dolore procuratole nel credere morto il suo innamorato Lindoro. 



La luna piena (espressione della sua mente malata), un albero secco (a rappresentare la sfera dell'irrazionale) e tanti, tanti libri accatastati con il suo inseparabile diario caratterizzano l'allestimento voluto dalla regia di Stefania Panighini. La pazzia di Nina è generata dalla delusione dell'ambiente che la circonda ed infatti il suo distacco è con tutti coloro che la circondano e solo Lindoro potrebbe aiutarla (ed infatti sarà proprio lui a farla tornare in sé): non si fida di nessuno e tanto meno del padre che l’aveva promesso ad un altro uomo, cercando di strapparla al suo amato Lindoro.Vive, inizialmente, in un mondo dell'inconscio e dell'innocenza e sul palco due bambini ricordano la vita spensierata di Nina e Lindoro da piccoli. L’opera inizia in modo singolare con uno stornello del pastore accompagnato dalla zampogna, e la regia di  Stefania Panighini (che ha realizzato anche le scene) che propone una Nina, smemorata ma dolce, trasognata, malinconica che vive in un suo mondo irreale. A dirigere l’Orchestra Paisiello Festival ed i cantanti, il maestro Giovanni Di Stefano, profondo conoscitore di Paisiello e da sempre impegnato nel recupero e nella diffusione del repertorio del musicista tarantino. E’stato così possibile apprezzare, un cast di giovani interpreti in ascesa e già affermati. In primis, il soprano Giuseppina Piunti nel ruolo di Nina, impegnata in un ruolo non facile e dotata di una voce chiara ed acuta (per lei gli applausi più calorosi), il tenore argentino Francisco Brito in Lindoro (buone qualità attoriali e voce convincente), il basso Rocco Cavalluzzi, nel ruolo del Conte, il soprano Maria Luisa Casale in Susanna, la governante di Nina e il basso Andrea Vincenzo Bonsignore, Giorgio, balio del Conte. Da elogiare anche i giovani componenti l'ottetto nel ruolo di villani e villanelle (Valeria La Grotta, Cristina Fanelli, Maria Chiara Scarale, Flavia Muri, Domenico Pellicola, Giuseppe Lucente, Luca Simonetti, Francesco Masilla). Alla fine, come detto, applausi per tutti, in attesa di una rappresentazione ulteriore che sarà realizzata in ottobre a Savona.






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