Figaro! Operacamion, il teatro lirico approda nelle
periferie di Palermo
Da mercoledì un camion viaggiante con il Barbiere di
Siviglia
Tappe all’Albergheria e allo Zen. In piazza davanti al
Teatro Massimo e a Cinisi
PALERMO. Un camion magico che si apre e svela le scene, le
luci, i cantanti. Un moderno carro di Tespi che viaggia e arriva nelle
periferie e nei quartieri degradati di Palermo, a svelare l’incanto dell’opera
lirica. Questo è il progetto Figaro! OperaCamion, che mercoledì 14 settembre approderà a piazza San Francesco Saverio all’Albergheria
per andare poi domenica 18 nel cuore dello Zen, a piazza Zappa, e infine
spostarsi fuori città fino a Cinisi, la cittadina dei “Cento passi” di Peppino
Impastato. Nel mezzo, sabato 17 settembre, una tappa in piazza davanti al
Teatro Massimo. Spettacoli alle 21. Un nuovo allestimento del Teatro Massimo di
Palermo in collaborazione con l’Opera di Roma, ideazione e regia di Fabio
Cherstich, scene costumi e video di Gianluigi Toccafondo, direttore Alberto
Maniaci, adattamento musicale di Fabio Chieco e Marco Giustini, Orchestra del
Teatro Massimo.
A viaggiare sarà un’opera amatissima come Il Barbiere di Siviglia di Gioacchino
Rossini in una versione ridotta. Il camion, o per meglio dire l’automotrice traina un
container. Si arriva in una piazza, il camion si ferma, il container si
spalanca: la parete lunga si apre e diventa una parte del palcoscenico. Sulle
altre pareti gli elementi di una scenografia: disegni, oggetti, video. Davanti,
al livello del pubblico, l’orchestra col suo direttore. Sulla scena i cantanti,
solo cinque di quelli previsti nell’originale, cioè tutti i personaggi
principali. Figaro, il bravo factotum, istrionico e poliedrico questa
volta si improvvisa camionista e porta la sua storia in piazza. Gli intrighi e
gli intrecci amorosi tra i personaggi si svolgono tutti dentro, sopra, sotto e
intorno al camion. Il pubblico porta una sedia da casa e assiste allo
spettacolo.
“è una specie di Carro
di Tespi 2.0 – dice il sovrintendente del Teatro Massimo Francesco Giambrone –
che vogliamo portare nelle periferie, nei quartieri disagiati, nei territori a
rischio più alto di esclusione sociale e ad alta densità mafiosa. Un progetto
che si inquadra nella nostra politica di apertura alla città e di
coinvolgimento di pubblici diversi. Ormai anche il Teatro Massimo comincia a
ragionare nei termini di città metropolitana, a servizio del territorio. Non è
un caso che OperaCamion vada anche a Cinisi”. “Grazie al Teatro Massimo e alla
sua capacità di costruire importanti collaborazioni nazionali – dice Leoluca
Orlando, sindaco e presidente della Fondazione Teatro Massimo - una
manifestazione culturale di altissimo profilo raggiunge le aree periferiche
della nostra città. Aree che in passato sono state considerate periferia
geografica o sociale ma che invece hanno sempre più un ruolo centrale nella ri-costruzione
della comunità. Ancora una volta l'arte e la cultura sono volano di crescita
sociale e culturale e ancora una volta questo avviene grazie a quel grande
motore di cultura ed economia della cultura che è il Teatro Massimo”.
“La domanda da cui sono partito era semplice – spiega Fabio Cherstich - come
può il teatro musicale raggiungere un nuovo pubblico, eterogeneo e non
elitario? Cosa si può fare perché l’opera venga percepita dal maggior numero di
persone possibile come momento di condivisione culturale e di intrattenimento
intelligente, piuttosto che come evento inaccessibile o ancor peggio mondano?
Basta mettergli le ruote e farla uscire allo scoperto, potarla nel pubblico. Da
qui l’idea di un'opera camion, un’opera che viaggia di piazza in piazza con la
sua orchestra e la sua compagnia di cantanti. Un teatro musicale che cita e
rinnova la tradizione italiana legata al racconto fantastico: i cantastorie, il
teatro delle marionette e i carri di Tespi. Lo spettacolo arriva, si mostra e
riparte per una nuova città”.
Nel cast Rosina è Reut Ventotero, Bartolo è Giovanni Romeo,
Figaro è Francesco Vultaggio, Basilio è Pietro Di Bianco, il Conte è Manuel
Amati. E con Valeria Almerighi, Antonio Orlando, Giovanni Prosperi.
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