GIANCARLO GIANNINI-GIOVANNI BELLUCCI
NEL “SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE”
Taranto - L'intuizione è stata quella di celebrare W.
Shakespeare a 400 anni dalla morte (23 aprile 1616), ed il pianista Giovanni
Bellucci, per questa finalità ha realizzato uno spettacolo interessante ed
originale, a metà tra musica e parole, che potesse far rivivere i capolavori
del geniale scrittore inglese sostenuti dalla musica immortale di Beethoven,
Chopin, Liszt, Busoni, Mendelssohn e Byrd. Il risultato è stato quello più
esplicito di creare un perfetto connubio poetico e armonico che potesse
rigenerare l’originaria ambientazione espressiva dei capolavori musicali con
alcuni celebri monologhi scritti da Shakespeare. Quale voce poteva essere più adatta
per la narrazione, di quella di un grande attore
come Giancarlo Giannini, chiamato già nel 1964 (appena ventiduenne e non ancora noto nel panorama cinematografico) da Zeffirelli ad interpretare il ruolo di Romeo in un’importante edizione teatrale a Roma. Presentato con successo per la prima volta al Ravello Festival dello scorso anno, lo spettacolo “Sogno di una notte di mezza estate” realizzato da G. Bellucci e G. Giannini è andato in scena sul palco del Teatro Orfeo per la Stagione Concertistica degli Amici della Musica. Un’ora e mezza di spettacolo in un susseguirsi incalzante di monologhi e musica, bello da vedere e da sentire, interrotto solo dagli applausi del pubblico numeroso ed attento, che alla fine ha accolto i due protagonisti con calorosa approvazione ed una standing ovation. Dopo le iniziali note di W. Byrd ed un canto, probabilmente composto dal Re Enrico VIII in onore della futura consorte Anna Bolena e musicato da Busoni, ha fatto seguito uno dei momenti topici della serata: il monologo di Marco Antonio davanti al cadavere di Giulio Cesare ed il primo movimento della Sinfonia n° 5 di Ludwig van Beethoven, noto come “Il destino che bussa alla porta” che ha incantato il pubblico. A seguire il primo, il secondo ed il terzo movimento della Sonata in re minore sempre di Beethoven ad impreziosire i monologhi di Calibano, Ariel e Prospero da “La tempesta” scritto sempre da Shakespeare. Ancora un altro momento magico è stata la lettura del monologo di Amleto, impreziosito dalle note di Chopin, che ha catturato il pubblico in un nuovo lungo e strepitoso applauso. E poi ancora lo “Scherzo in si minore” di Alkan ed il monologo di Jago ed infine dal “Sogno di una notte di mezza estate”, che ha
dato il titolo allo spettacolo, “La Fata e Puck” ed il monologo di Puck con le musiche di Liszt e Mendelssohn in una serie di incredibili variazioni sulla celebre Marcia Nuziale e sulla danza degli Elfi. La standing ovation finale è stato il giusto riconoscimento a questi due grandi artisti. Solo interpreti di qualità sanno comunicare e trasmettere quei messaggi di empatia, sensibilità e percezione del bello che fanno di questi spettacoli un vero successo.
come Giancarlo Giannini, chiamato già nel 1964 (appena ventiduenne e non ancora noto nel panorama cinematografico) da Zeffirelli ad interpretare il ruolo di Romeo in un’importante edizione teatrale a Roma. Presentato con successo per la prima volta al Ravello Festival dello scorso anno, lo spettacolo “Sogno di una notte di mezza estate” realizzato da G. Bellucci e G. Giannini è andato in scena sul palco del Teatro Orfeo per la Stagione Concertistica degli Amici della Musica. Un’ora e mezza di spettacolo in un susseguirsi incalzante di monologhi e musica, bello da vedere e da sentire, interrotto solo dagli applausi del pubblico numeroso ed attento, che alla fine ha accolto i due protagonisti con calorosa approvazione ed una standing ovation. Dopo le iniziali note di W. Byrd ed un canto, probabilmente composto dal Re Enrico VIII in onore della futura consorte Anna Bolena e musicato da Busoni, ha fatto seguito uno dei momenti topici della serata: il monologo di Marco Antonio davanti al cadavere di Giulio Cesare ed il primo movimento della Sinfonia n° 5 di Ludwig van Beethoven, noto come “Il destino che bussa alla porta” che ha incantato il pubblico. A seguire il primo, il secondo ed il terzo movimento della Sonata in re minore sempre di Beethoven ad impreziosire i monologhi di Calibano, Ariel e Prospero da “La tempesta” scritto sempre da Shakespeare. Ancora un altro momento magico è stata la lettura del monologo di Amleto, impreziosito dalle note di Chopin, che ha catturato il pubblico in un nuovo lungo e strepitoso applauso. E poi ancora lo “Scherzo in si minore” di Alkan ed il monologo di Jago ed infine dal “Sogno di una notte di mezza estate”, che ha
dato il titolo allo spettacolo, “La Fata e Puck” ed il monologo di Puck con le musiche di Liszt e Mendelssohn in una serie di incredibili variazioni sulla celebre Marcia Nuziale e sulla danza degli Elfi. La standing ovation finale è stato il giusto riconoscimento a questi due grandi artisti. Solo interpreti di qualità sanno comunicare e trasmettere quei messaggi di empatia, sensibilità e percezione del bello che fanno di questi spettacoli un vero successo.
Gaetano Laudadio
Le foto sono di Carmine La Fratta
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