Vento
della sera,
o
l’orribile banchetto
L’Opera di
Firenze/Maggio Musicale Fiorentino mette in scena al teatro Goldoni per la
stagione 2016/2017 l’opera buffa in un atto di Jacques Offenbach
“Vento della
sera, o l’orribile banchetto”.
Firenze 15
novembre 2016 - Quella che andrà in scena il 18 (alle ore 10 e alle 20) , 19 (ore
16.30), 22 (ore 10), 23 (ore 10), 24 (ore 10 e ore 20) novembre è un nuovo
allestimento e si tratta della prima esecuzione assoluta dell’orchestrazione
della classe di composizione di Andrea Portera della Scuola di Musica di
Fiesole e della versione ritmica e dei dialoghi di Silvia Paoli e Marie
Lambert. Sul podio, alla guida
dell’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, Silvia Spinnato; la regia è di
Silvia Paoli, le scene e i costumi di Federico Biancalani, le luci di Stefano
Ercolino.
«È un esempio del modello produttivo che
stiamo portando avanti» ha dichiarato il coordinatore artistico della
Fondazione, Pierangelo Conte «in questo
momento abbiamo La Bohème all’Opera di Firenze e Vento della sera al Teatro
Goldoni, due opere che sono la testimonianza più concreta della missione
dell’Opera di Firenze: da una parte esprimersi nel grande repertorio e
dall’altra investigare con curiosità le novità e proporre titoli inusuali e
condurre il pubblico alla riscoperta del patrimonio culturale e musicale che
gli appartiene. Ciò significa un grande sforzo da parte dell’Orchestra e del
nostro coro cos^ come delle maestranze tecniche e che rappresenta per il
pubblico una opportunità di vedere aprirsi il sipario più volte e su titoli tra
loro complementari, che fanno parte di un cartellone unico che si snoda tra
Opera di Firenze e Goldoni, tenendo conto della tipicità dei due teatri e
dell’esigenza di aprirsi ala curiosità di un pubblico il più ampio possibile».
“L’operetta buffa - divertentissima - di Jacques Offenbach praticamente
mai rappresentata a Firenze” dice Giovanni Vitali “nasce come qualcosa di volutamente sopra le righe, addirittura
surreale, tanto da essere definita dallo stesso autore come “Operetta
antropofaga”. Nel rispetto dello stile offenbachiano sono intervenuti sulla
partitura 13 studenti della classe di composizione di Andrea Portera della
Scuola di Musica di Fiesole, i quali, lasciando inalterati ritmi e melodie,
hanno rivisto l’orchestrazione per dare all’opera una veste contemporanea e più
adatta alla drammaturgia. «Non abbiamo
voluto fare un esercizio di stile» ha riferito il M° Portera «ma creare dei
colori nuovi, rispecchiando le stravaganze, l’esotismo e le sonorità
eccentriche di Offenbach».
Eccentricità e
stravaganze che sono presenti sia nella musica che nel libretto originale,
arricchito nell’edizione fiorentina da una introduzione recitata a cura della
regista Silvia Paoli. «Ci siamo concentrati
sugli aspetti di quest’operetta che sono nell’immaginario comune: il naufrago
sull’isola deserta, la principessa figlia del capotribù che sposa il giovane
esploratore, i selvaggi cannibali con il pentolone» racconta la regista «sembra
una storia d’altri tempi per bambini, fatta da bambini: per questo a
rappresentare tutto come l’interno di una scatola da giochi, sono i bambini di
una colonia marina degli anni ’30. Con un finale a sorpresa».
“Dare spazio a elementi contemporanei aiuta a
creare una sonorità che definirei etnica
e con esotismi che evocano un mondo misterioso e particolare” - dice Silvia Spinnato, direttore d’orchestra
che debutta per l’Opera di Firenze che continua “l’idea
di proporre un Offenbach non classico è stata ottima e non convenzionale;
perfetta per una “nuova” proposta come questa
e sono contentissima del clima di collaborazione, intesa e rispetto che
si è creato tra tutti, dai bravissimi cantanti dell’Accademia, all’orchestra,
al palcoscenico; sono certa che questo verrà colto benissimo anche dal pubblico”.
L’opera
In un’isola
sperduta dell'Oceania, Vento della sera aspetta la visita di Coniglio
Coraggioso. Tra i due capitribù non scorre buon sangue, dato che ognuno ha
ucciso la moglie dell'altro. Per riappacificare i rapporti Vento della Sera
vuole indire un banchetto onorifico con carne umana, e la fortuna vuole che il
giovane Arthur sia naufragato poco fa. Ma Atala, la figlia di Vento della sera,
si è innamorata dello straniero. Salutato nel 1861 come «le nec plus ultra de la musique anthropophage» per la presenza di
sonorità e melodie esoticheggianti, l'opérette
à spectacle di Jacques Offenbach è stata riscoperta recentemente dopo un
lungo oblio.
La versione in
scena al Goldoni
Placata la
tempesta, Vento della Sera rimprovera sua figlia Atala, reputandola stupida. A
sedici anni, è tempo che s’innamori, ma lei, che non sa cosa siano le passioni,
si consola cullando un bambolotto (Bambino nero, dal sonno fiero). Le appare
Arthur, vestito con abiti parigini molto eleganti e finemente pettinato; è
appena scampato a una tempesta. Atala non capisce cosa sia quella curatissima
capigliatura. Alla vista della selvaggia, che trova sprovveduta ma educata, il
giovane intende far colpo su di lei e le racconta la sua storia. Giovanissimo
aveva lasciato la casa natale per andare a studiare a Parigi (voleva diventare
un grande parrucchiere). Con sé aveva portato un orologio che suonava l’inno
della sua tribù, donatogli dal padre in ricordo del suo paese. La ragazza
ascolta l’inno ed è rapita dalla dolcezza di quel canto. Appena due giorni
prima però, con un telegramma, il padre di Arthur ha ordinato al ragazzo di
rientrare, e durante il viaggio è stato colto dalla tempesta e scaraventato su
quell’isola.
Vento della
Sera sta per avvicinarsi, e Atala consiglia ad Arthur di nascondersi: tornerà
presto da lui con la cena e un po’ di cioccolata. Vento della Sera è sconvolto.
Ha implorato Orso Sacro di trovare qualcuno da arrostire per onorare l’arrivo
di Coniglio Coraggioso, ma la caccia è andata deserta. Atala presenta Arthur a
suo padre: il giovane già s’immagina di diventare suo genero, ma Vento della
Sera non ha che un pensiero, servirlo al banchetto dell’ospite suo rivale.
Arthur ha fame, e Vento della Sera lo invia dal cuoco, Spettinato Subito, che
si occuperà di lui, con la raccomandazione di non rovinargli il naso.
Vento della
Sera e Atala accolgono l’arrivo di Coniglio Coraggioso. Tutti e tre si
accomodano a tavola, ma intanto Atala, insospettita dalla lunga assenza di
Arthur, corre a cercarlo. Nell’allegria del banchetto, Vento della Sera invita
Coniglio Coraggioso a cantare l’inno dei Gran Papà-Cucù. Coniglio Coraggioso
chiede il bis di un pezzettino di naso. Sta gustando il suo piatto quando,
improvvisamente, qualcosa gli va di traverso e lo soffoca: è la catena di un
orologio. Ripresosi, chiede in sposa Atala per suo figlio Arthur. Il giovane è biondo
e bello, come appare in una foto inviata al padre pochi giorni prima. Vento
della Sera riconosce in quella foto il giovane che lui stesso ha ordinato di
cucinare e tradisce l’imbarazzo. Coniglio Coraggioso è sconvolto, non tanto
dalla morte del figlio, quanto piuttosto dall’idea di aver perso il suo
orologio. Anche Atala è profondamente turbata. Coniglio Coraggioso chiede
vendetta, Vento della Sera propone di invocare l’intercessione di Orso. Orso
grugnisce, poi si getta su Atala e rivela di essere Arthur: questi ha corrotto
il cuoco con una bella acconciatura affinché cucinasse Orso al posto suo,
dunque è salvo. Arthur e Atala fanno festa, Vento della Sera si congratula con
Coniglio Coraggioso che è contento anche perché l’orologio è solo finito nella
sua pancia. Nell’allegria generale i due capi ammettono che ciascuno ha
mangiato la moglie dell’altro.
Note di regia:
Anni Trenta.
Colonie marittime, fiore all’occhiello dell’educazione e fortificazione dei
fanciulli del Duce, bagni di sole, ginnastica fascista, rigore e disciplina.
Grandi stanze piene di lettini anonimi e ordinati, a letto presto e senza
nostalgia della mamma. Per addormentarsi non c’è la ninna-nanna ma l’elenco
delle conquiste del regime, la sabbia della spiaggia fa sognare i deserti
dell’Etiopia, le educatrici mostrano cartoline sbiadite con cammelli e beduini,
donne seminude e selvaggi.
Poi si dorme. O
si finge di dormire…
L’educatrice è
uscita, fuori è scoppiato un temporale, il temporale estivo di tuoni e lampi,
quello che fa paura e ti fa scappare nel letto dell’amico del cuore. Non si può
dormire con un tempo simile, così, per farsi coraggio, si comincia a
immaginare, si cerca un rifugio dalla realtà, si scappa nella fantasia.
S’immagina la colonia, s’immagina il diverso, s’immagina quel mondo fantastico
e lontano. I bambini inventano la loro storia, il Duce diventa un orso sacro, i
cammelli sono rosa e spuntano Conigli Coraggiosi. Si finisce in una scatola dei
giochi dove finalmente tutto è possibile, dove la realtà e la logica perdono
d’importanza e solo il divertimento, finalmente, è la regola da seguire. Non si
mangiano i biscotti Mellin nel gioco, si mangiano nasi, mani, braccia e, se non
stai attento, anche orologi da taschino! Non più bambini ma maldestri
cannibali. E ci sono anche parrucchieri, cuochi spettinati e bamboline da
cullare!
Qualcuno ha
forse voglia di tornare alla colonia con i bagni di sole, la ginnastica e il
saluto fascista?
Piano piano il
coperchio della scatola dei giochi si chiude sul nuovo mondo immaginato, mentre
la tribù dei Papà-Cucù intona il canto di guerra…
E l’educatrice?
Personaggi e
interpreti:
Vento della
sera, capo dei
Gros-Loulous (Gran Pupù): Leon Kim;
Coniglio
Coraggioso, capo dei
Papas-Toutous (Papà Cucù): Horeim Park;
Arthur, figlio di Coniglio Coraggioso: Antonio
A. Garés;
Atala, figlia di Vento della Sera: Marta
Pluda.
Attori:
Signorina Adua: Alessio Nieddu; Benito: Andrea
Macaluso; Italo: Giovanni Prosperi;
Giacomo: Alessandro Baldinotti.
Prezzi:
posto unico 20
euro
Dove:
Teatro Goldoni
Via Santa
Maria, 15
50125 Firenze
Guide all'ascolto:
Teatro Goldoni
18, 24
novembre, ore 19.15
19 novembre,
ore 15.45
Per informazioni:
www.operadifirenze.it
Ufficio Stampa: 0552779342 – 301 – 251
comunicazione@maggiofiorentino.com
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