MICHELE
MARIOTTI DEBUTTA A BERLINO CON
LES HUGUENOTS DI MEYERBEER
LES HUGUENOTS DI MEYERBEER
Dal 13
novembre alla Deutsche Oper con Juan Diego Flórez, Patrizia Ciofi
e la
regia di David Alden
Doppio debutto per il
direttore d'orchestra pesarese Michele Mariotti, Direttore musicale del Teatro
Comunale di Bologna: domenica 13 novembre dirige per la prima volta a Berlino,
alla Deutsche Oper, e per la prima volta il grand-opéra di Giacomo
Meyerbeer Les Huguenots. Il monumentale lavoro in cinque lunghi atti del
compositore tedesco, su libretto di Eugène Scribe ed Emile Deschamps, fu
rappresentato per la prima volta a Parigi il 29 febbraio del 1836, e ha come
argomento il contrasto tra cattolici e protestanti in Francia, culminato nella
strage della Notte di San Bartolomeo del 23 agosto 1572.
La nuova produzione dello
spettacolo è affidata alla regia di David Alden. I protagonisti sul palco sono
Patrizia Ciofi, nel ruolo di Marguerite de Valois; Juan Diego Flórez, in
quello di Raoul de Nangis; Derek Welton nei panni del Conte de Saint-Bris; Marc
Barrad, in quelli del Conte de Nevers; Olesya Golovneva, Jana Kurucová e Ante
Jerkunica che interpretano rispettivamente Valentine, Urbain e Marcel. Il coro
e l'orchestra sono quelli della Deutsche Oper di Berlino.
“Les Huguenots rientra
in un mio percorso artistico che ha le sue radici nel Belcanto, che costituisce
l'ossatura del mio repertorio. L'opera è figlia del Guillaume Tell di Rossini,
'padre' del grand-opéra. La filiazione è evidente: ci sono richiami
fortissimi, addirittura vi si ritrova l'utilizzo delle stesse armonie in
situazioni drammaturgiche simili, come nella seconda aria di Raoul e in quella
di Arnold. C'è davvero un denominatore comune forte. Certo rispetto al Tell
la varietà di caratteri è maggiore: i primi due atti dell'opera sono eleganti e
sereni, e non lasciano assolutamente presagire nulla della tragedia con cui si
concluderà l'opera, ahimè molto attuale, trattandosi di una strage compiuta per
motivi religiosi.
È un'opera colossale, che
richiede un enorme impegno musicale e fisico. Per me è una vera e propria sfida
– conclude Mariotti – come una montagna da scalare. Sono particolarmente felice
di affrontarla con David Alden, che conosce perfettamente l'intera partitura e
ha creato uno spettacolo tutto costruito sulla musica”.
Les Huguenots è
l'opera che conferma Meyerbeer uno dei compositori prediletti dall'impresario
più potente dell'Ottocento, Louis Véron, colui che trasformò l'Opéra di Parigi
in una grandiosa macchina di produzione teatrale, tanto da imporre il genere
del grand-opéra in tutta Europa. Lo scontro fra due gruppi contrapposti,
caratteristica fondamentale del grand-opéra, fa da sfondo alla storia
d’amore contrastata per le diverse appartenenze religiose di Raoul e Valentine,
coronata in punto di morte dalla conversione e dalla benedizione di Marcel, uno
dei personaggi più interessanti dell'intero repertorio francese, capace di
passare dal fanatismo religioso al misticismo salvifico.
Dopo Les Huguenots, a
partire dal 15 dicembre Michele Mariotti sarà impegnato al Teatro Comunale di
Bologna con il Werther di Jules Massenet, con la regia di Rosetta Cucchi
e Juan Diego Flórez nel ruolo del titolo. In Germania tornerà invece
all'inizio del 2017, alla Bayerische Staatsoper di Monaco, per dirigere Semiramide
di Rossini, con la regia di David Alden e Joyce DiDonato nel ruolo della regina
di Babilonia, in scena a partire dal 12 febbraio.
Nessun commento:
Posta un commento