sabato 12 novembre 2016

MICHELE MARIOTTI DEBUTTA A BERLINO CON "LES HUGUENOTS" DI MEYERBEER


MICHELE MARIOTTI DEBUTTA A BERLINO CON
LES HUGUENOTS DI MEYERBEER

Dal 13 novembre alla Deutsche Oper con Juan Diego Flórez, Patrizia Ciofi
e la regia di David Alden

Doppio debutto per il direttore d'orchestra pesarese Michele Mariotti, Direttore musicale del Teatro Comunale di Bologna: domenica 13 novembre dirige per la prima volta a Berlino, alla Deutsche Oper, e per la prima volta il grand-opéra di Giacomo Meyerbeer Les Huguenots. Il monumentale lavoro in cinque lunghi atti del compositore tedesco, su libretto di Eugène Scribe ed Emile Deschamps, fu rappresentato per la prima volta a Parigi il 29 febbraio del 1836, e ha come argomento il contrasto tra cattolici e protestanti in Francia, culminato nella strage della Notte di San Bartolomeo del 23 agosto 1572.
La nuova produzione dello spettacolo è affidata alla regia di David Alden. I protagonisti sul palco sono Patrizia Ciofi, nel ruolo di Marguerite de Valois; Juan Diego Flórez, in quello di Raoul de Nangis; Derek Welton nei panni del Conte de Saint-Bris; Marc Barrad, in quelli del Conte de Nevers; Olesya Golovneva, Jana Kurucová e Ante Jerkunica che interpretano rispettivamente Valentine, Urbain e Marcel. Il coro e l'orchestra sono quelli della Deutsche Oper di Berlino.
Les Huguenots rientra in un mio percorso artistico che ha le sue radici nel Belcanto, che costituisce l'ossatura del mio repertorio. L'opera è figlia del Guillaume Tell di Rossini, 'padre' del grand-opéra. La filiazione è evidente: ci sono richiami fortissimi, addirittura vi si ritrova l'utilizzo delle stesse armonie in situazioni drammaturgiche simili, come nella seconda aria di Raoul e in quella di Arnold. C'è davvero un denominatore comune forte. Certo rispetto al Tell la varietà di caratteri è maggiore: i primi due atti dell'opera sono eleganti e sereni, e non lasciano assolutamente presagire nulla della tragedia con cui si concluderà l'opera, ahimè molto attuale, trattandosi di una strage compiuta per motivi religiosi.
È un'opera colossale, che richiede un enorme impegno musicale e fisico. Per me è una vera e propria sfida – conclude Mariotti – come una montagna da scalare. Sono particolarmente felice di affrontarla con David Alden, che conosce perfettamente l'intera partitura e ha creato uno spettacolo tutto costruito sulla musica”.
Les Huguenots è l'opera che conferma Meyerbeer uno dei compositori prediletti dall'impresario più potente dell'Ottocento, Louis Véron, colui che trasformò l'Opéra di Parigi in una grandiosa macchina di produzione teatrale, tanto da imporre il genere del grand-opéra in tutta Europa. Lo scontro fra due gruppi contrapposti, caratteristica fondamentale del grand-opéra, fa da sfondo alla storia d’amore contrastata per le diverse appartenenze religiose di Raoul e Valentine, coronata in punto di morte dalla conversione e dalla benedizione di Marcel, uno dei personaggi più interessanti dell'intero repertorio francese, capace di passare dal fanatismo religioso al misticismo salvifico.
Dopo Les Huguenots, a partire dal 15 dicembre Michele Mariotti sarà impegnato al Teatro Comunale di Bologna con il Werther di Jules Massenet, con la regia di Rosetta Cucchi e Juan Diego Flórez nel ruolo del titolo. In Germania tornerà invece all'inizio del 2017, alla Bayerische Staatsoper di Monaco, per dirigere Semiramide di Rossini, con la regia di David Alden e Joyce DiDonato nel ruolo della regina di Babilonia, in scena a partire dal 12 febbraio.



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