Amore e morte, una Carmen “di frontiera” in scena al Teatro
Massimo
Sabato la prima, venerdì la generale con oltre mille giovani
È
una ripresa dell’allestimento del 2011, regista Calixto Bieito, sul podio
l’argentino Alejo Pérez

L’allestimento del
capolavoro di Georges Bizet è del Teatro Massimo in coproduzione con il Gran
Teatre del Liceu di Barcelona, il Teatro Regio di Torino e il Teatro La Fenice
di Venezia, una grande Carmen che ha girato per tutta Europa e che è già
approdata al Teatro Massimo nel 2011. “La Carmen – spiega il regista - è
un’opera sulle emozioni di frontiera, sugli abissi dell’amore, sulla
distruzione e la autodistruzione fisica e sentimentale. È un’opera in cui la
percezione della morte è molto presente”.
Un’opera fortemente relazionata al Sud del mondo, trasferita dalla
tradizionale Andalusia a una
caserma militare spagnola di mezzo secolo fa. “Ricordo
che quando ho iniziato a lavorare alla Carmen
– aggiunge Bieito - mi ossessionava l’idea del Sud. Che cos’era il Sud? Così
senza pensarci due volte, un giorno decisi di fare un viaggio con tutta la mia
équipe artistica. Nella frontiera tra Ceuta e il Marocco, nella parte
marocchina, c’era un’enorme piazza dove le macchine dei contrabbandieri, tutte
Mercedes degli anni Settanta, si fermavano aspettando di concludere i loro
affari. Sono rimasto impressionato vedendo quelle macchine e l’energia della
frontiera. Crudele, disperata ed esasperata, tremendamente brutale. Come certe
relazioni d’amore. Il sud della Carmen
non era tanto lontano. È una frontiera disumana, come quasi tutte le frontiere,
che una volta attraversata non permette di fare marcia indietro”.
Energia e atmosfere di frontiera di cui quest’allestimento è intriso, con
uno scontro tra maschile e femminile, e con la protagonista che diventa l’incarnazione di una vitalità voluttuosa, sovversiva,
inneggiante alla libertà e ai valori terreni al di là delle convenzioni e della
morale. E per questo punita da don José, soldato sedotto e abbandonato che alla
fine la ucciderà. Una storia tremendamente scabrosa, per quel 1875 in cui fu
per la prima volta rappresentata all’Opéra-Comique di Parigi. Tanto da suscitare scandalo e indignazione nel
pubblico e nella critica, con un conseguente insuccesso che gettò Bizet in uno
stato di profonda prostrazione. E il compositore non visse abbastanza a lungo
per poter assistere al successivo trionfo del suo capolavoro: alla vigilia
della sua morte, sopraggiunta tre mesi dopo la première, stipulò il contratto per l’allestimento a Vienna che avrebbe
decretato la fortuna di Carmen,
destinata a rimanere fra le opere più eseguite e popolari al mondo.
Di Carmen esistono due versioni: quella conforme
alle intenzioni di Bizet, in forma di opéra-comique con dialoghi recitati alternati a parti cantate; e la versione viennese
postuma, con i recitativi musicati da Ernest Guiraud, il cui successo finì per
soppiantare la versione originaria, almeno fino a tempi recenti. L’allestimento
che va in scena a Palermo è quello di Bizet.
“L’ostilità
iniziale nei riguardi dell’opera - come
racconta Danilo Tarantino nella sua Introduzione all’opera - è riconducibile
alle innovazioni drammaturgico-musicali che Bizet introdusse nella struttura
tradizionale dell’opéra-comique,
facendo agire, con evidenza realistica, non figure stereotipate ma personaggi
dalla psicologia in divenire; ed emancipando l’orchestra dal ruolo di mero
sostegno al canto, trasformandola in strumento volto a esprimere gli stati
d’animo dei personaggi e il senso generale dell’azione, al quale conferiscono
organicità alcuni temi, ricchi di inflessioni spagnoleggianti per ricrearne la
precipua ambientazione, impiegati come reminiscenze”.
Bieito è stato
direttore del Teatre Romea di Barcellona dal 1999 al 2011. Ha organizzato
il Festival Internacional de las Artes de Castilla y León e il Barcelona
Internacional Teatre (bit), piattaforma internazionale di progetti di artisti e
teatri. La zarzuela di Bretón La verbena de la Paloma al Teatro Tivoli
di Barcellona (1996) è stato il suo primo incontro con il teatro musicale, seguito
da Pierrot Lunaire di Schönberg al
Teatre Lliure di Barcellona nel 1998. Ha ricevuto l’European Cultural Prize
della Kulturstiftung Pro Europa di Basilea nel 2009, il “Premio Abbiati” nel
2012 e il Premio Lirico Campoamor di Oviedo nel 2014. Dal 2013 al 2015 è stato artist in residence al Teatro di
Basilea.
Sul podio l’argentino Alejo
Pérez, che si è assicurato un posto sulla
scena operistica internazionale ed è invitato regolarmente a dirigere rinomate
orchestre sinfoniche. Ha diretto, tra le altre, la Royal Stockholm Philharmonic
Orchestra, l’Orquesta Sinfonica Nacional de Chile, l’Orchestre Philharmonique
de Radio France, la SWR Symphony Orchestra Baden-Baden/Freiburg, la Gürzenich
Orchestra Cologne, la Deutsche Kammerphilharmonie Bremen, la DSO Berlin, la
Philharmonia Orchestra, l’Orchestre de La Suisse Romande, l’Orchestra del
Teatro Comunale di Bologna e l’Orchestra del Teatro San Carlo di Napoli. Ha
inoltre diretto ensemble quali Ensemble Modern, Ensemble Intercontemporain,
Asko Schönberg Ensemble e Klangforum Wien.


Escamillo è Marko Mimica, diplomato all'Accademia di Musica di Zagabria, in Croazia. Ha partecipato al Young Singers Project del Festival di Salisburgo nel 2011 ed è stato finalista della Cardiff Singer competition nel 2013. Il suo debutto è stato nel 2008 come Papageno ne Il flauto magico al Teatro Nazionale Croato di Zagabria. Il suo debutto italiano è avvenuto a Treviso nel ruolo del titolo de Il turco in Italia, poi ripreso a Lima in Perù nel 2015.
IL CAST DI CARMEN
Opéra-comique in quattro atti
Libretto di Henri Meilhac e Ludovic Halévy
Musica di Georges Bizet
Direttore Alejo Pérez
Regia Calixto Bieito
Ripresa da Joan Antón Rechi
Scene Alfons Flores
Costumi Mercè Paloma
Luci Alberto Rodriguez Vega
PERSONAGGI E INTERPRETI
Don Josè Roberto Aronica (26, 30.11, 2, 4.12) / Roberto De Biasio (27, 29.11, 1, 3.12)
Escamillo Marko Mimica (26, 30.11, 2, 4.12) / Zoltan Nagy (27, 29.11, 1, 3.12)
Le Dancaïre Nicolò Ceriani
Le Remendado Cristiano Olivieri
Moralès Vittorio Albamonte
Zuniga Mariano Buccino
Carmen Varduhi Abrahamyan (26, 30.11, 2, 4.12)
/ Justina Gringyte (27, 29.11, 1,
3.12)
Micaëla Maria Katzarava (26, 30.11, 2, 4.12) / Shelley Jackson (27, 29.11, 1, 3.12)
Frasquita Marina Bucciarelli
Mercédès Annunziata Vestri
Lillas Pastia Piero Arcidiacono
Giovane torero Alessandro Cascioli
Orchestra, Coro e
Coro di voci bianche del Teatro Massimo di Palermo
Maestro del Coro Piero Monti
Maestro del Coro di
voci bianche Salvatore Punturo
ALLESTIMENTO DEL TEATRO MASSIMO
IN COPRODUZIONE CON IL GRAN TEATRE DEL LICEU DI BARCELONA,
IL TEATRO REGIO DI TORINO E IL TEATRO LA FENICE DI VENEZIA
Parrucche Mario Audello (Torino)
Durata dello spettacolo: 2 ore e 50 minuti
compreso un solo
intervallo tra secondo e terzo atto
Prima
parte (I e II atto) 85 minuti
intervallo
25 minuti
Seconda
parte (III e IV atto) 60 minuti
totale
due ore e 50 minuti
26, 27, 29, 30 novembre, 1, 2, 3 e 4 dicembre
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