giovedì 17 novembre 2016

LA STAGIONE CONCERTISTICA DEGLI AMICI DELLA MUSICA DI TARANTO


MOLTO RICCO ED INTERESSANTE ILCARTELLONE DEL 2016-17 CON LA PRESENZA DI ARTISTI DI GRANDE RICHIAMO

L'INAUGURAZIONE DELLA STAGIONE AVVERRA' CON IL CONCERTO DEL 22 DICEMBRE


AMICI DELLA MUSICA «ARCANGELO SPERANZA»
73ª Stagione Concertistica
Taranto
Teatro Orfeo
Auditorium Tatà
Salone della Provincia
22 dicembre 2016 – 7 maggio 2017
James Hall & Wap Group, Sergio Cammariere, Mario Brunello, Peppe Servillo, Diego del Morao, Aheam Ahmad, Roberto Zappalà e Stefan Milenkovich tra gli ospiti della rassegna

È un regalo di Natale, l’inaugurazione della 73esima Stagione degli Amici della Musica «Arcangelo Speranza» di Taranto, il più antico sodalizio pugliese. La rassegna si aprirà, infatti, il 22 dicembre, nella Concattedrale Gran Madre di Dio, con il gospel del James Hall & Wap Group, formazione in arrivo direttamente da Brooklyn. Sarà il primo di diciannove appuntamenti tra classica, etnica, canzone d’autore, danza e teatro-musica, in programma sino al 7 maggio 2017, quando il fuoriclasse del violino Stefan Milenkovich suonerà le Stagioni di Vivaldi e Piazzolla accompagnato dall’Orchestra da Camera del Teatro Rendano di Cosenza.
Tra gli altri ospiti di prestigio, il raffinato cantautore Sergio Cammariere (23 febbraio, Teatro Orfeo), il mago del violoncello, Mario Brunello, impegnato in un programma interamente bachiano (3 marzo, Auditorium Tatà), e il cantattore Peppe Servillo, protagonista dell’«Histoire du Soldat» di Stravinskij (14 febbraio, Auditorium Tatà), l’opera di un profugo sul tema dell’essere profughi.
Sarà il fil-rouge di questa stagione, che lega il nomadismo di un grande chitarrista flamenco, il gitano Diego del Morao (10 gennaio, Auditorium Tatà), all’arte del musicista siriano Aheam Ahmad (27 gennaio, Auditorium Tatà), le cui immagini tra le macerie nel quartiere alle porte di Damasco, quando l’Isis gli ha bruciato il pianoforte, hanno commosso il mondo intero.
Lungo questa traccia s’inseriscono, inoltre, il «Naufragio con spettatore» (22 marzo, Auditorium Tatà), lavoro sull’emigrazione/immigrazione del coreografo Roberto Zappalà, tra i nomi di punta della danza contemporanea e autore di una partitura scenica con due danzatori e le musiche di Bach suonate dal vivo al pianoforte, e la messa in scena da parte della compagnia «Elena d’Angelo» dell’operetta «Scugnizza» musicata dal tarantino Mario Costa (30 marzo, Teatro Orfeo), l’autore di «Era de maggio» che in una sorta di «contrasto amoroso» in salsa partenopea racconta la storia di Salomè, ragazza indigente che un ricco americano vuol convincere a emigrare, lasciando Napoli per l’America.
Dunque, dopo l’apertura con il gospel, la 73esima Stagione Concertistica proseguirà con il concerto flamenco di Diego del Morao seguito dalla prima delle cinque domeniche in concerto al Salone della Provincia della sezione «Young», vetrina riservata ai giovani talenti con gli arpisti Fabrizio Aiello & Gabrielle Russo del Duo Images (15 gennaio), il pianista Michele Renna (29 gennaio), lo Jonic Brass Quintett (12 febbraio), il pianista Giuseppe Demaglie (19 marzo) e il quintetto di fiati Enarmonia (30 aprile).
Completano il programma il recital russo della pianista Viviana Lasaracina dedicato a Rachmaninov, Ciaikovskij, Skrjabin e Stravinskij (2 febbraio, Auditorium Tatà) e i concerti dell’Artium Duo composto dal clarinettista Cosimo Spinelli e dalla chitarrista Maria Ivana Oliva (14 marzo, Salone della Provincia), del vincitore della 54esima edizione dell’International Piano Competition «Arcangelo Speranza», Feodor Amirov (6 aprile, Salone della Provincia), del duo SaxAccordion (11 aprile, Salone della Provincia) e del pianista Dario Candela (21 aprile, Salone della Provincia).







Giovedì 22 dicembre, ore 21
Concattedrale Gran Madre di Dio
JAMES HALL & WAP Group, gospel

Inaugurazione di stagione a ritmo di gospel per gli Amici della Musica, che ritrovano James Hall in compagnia di un nuovo progetto intitolato Worship and Praise. Il gruppo, formato da nove cantanti e una sezione strumentale di tre musicisti, arriva direttamente da Brooklyn e mescola tradizione afroamericana (gospel, spiritual, soul e jazz) e moderne sonorità urbane della black music in un’esperienza che rappresenta l’apice della carriera di James Hall. Insomma, un avvio di stagione, in pieno clima natalizio, all’insegna della musica religiosa proveniente dall’altra parte dell’Oceano: una musica che da un po’ di anni ha fatto breccia tra i fedeli del Vecchio Continente, arrivando da lontano, dai canti di lavoro degli schiavi. Gospel vuol dire Vangelo. E, infatti, i neri ripetevano ossessivamente i salmi con l’accompagnamento della musica, il battito delle mani e la danza. Quindi, con il gospel la preghiera a Dio si fece fisica, per raccontare contestualmente il cammino umano e spirituale di un popolo travagliato. E, infatti, non è un caso che il gospel, e prima ancora lo spiritual, così pieni di passione, rappresentino non solo una lode al Signore ma anche un pretesto per parlare di sé, del proprio vissuto. Racconto di un'umanità calpestata nei suoi diritti primari, il gospel è dunque un grido gioioso di libertà. Per questo è un patrimonio di tutti. Perché chi canta gospel canta un messaggio di pace, fratellanza e speranza.



Martedì 10 gennaio, ore 21
Auditorium TaTÀ
DIEGO DEL MORAO, chitarra flamenca

Ha vinto il Grammy Award per «Entre 20 Aguas», album omaggio a Paco De Lucia, con il quale Diego Del Morao, epigono della dinastia gitana Morao di Jerez De La Frontera, è considerato una delle figure di punta della moderna chitarra flamenca. Figlio e nipote d’arte (suo padre è suo zio sono rispettivamente Moraito Chico e Manuel Morao), Diego propone una musica intrisa di sensualità che affonda le radici nella tradizione ma al tempo stesso guarda al flamenco del futuro, coadiuvato in questo concerto da Pepe Del Morao (chitarra), Ane Carrasco (percussioni), Moloko Soto (canto) e Gema Moneo (danza). Dopo aver mosso i primi passi riservandosi un posto d’onore tra i chitarristi più richiesti per l’accompagnamento dei maggiori cantaor, Diego del Morao partecipa ai tour e alle registrazioni in studio dei dischi «Confí de fuá» di José Mercé, «No hay quinto malo» di Niña Pastori e «La rosa blanca» di Montse Cortés, prima di suonare in «Picasso en mis ojos» di Diego El Cigala, miglior album flamenco ai Grammy latino-americani nel quale figurano anche Paco De Lucia e Tomatito. Sempre nel 2005 Paco de Lucía, in veste di produttore, sceglie Diego del Morao per accompagnare la giovane cantaora La Tana, finché nel 2012 arriva il debutto discografico a proprio nome con «Orate», lavoro che vede la presenza di ospiti straordinari come Diego el Cigala, Moraíto Chico, Yelsy Heredia, Jumitus, Paquete, Chaboli, Niña Pastori e lo stesso Paco de Lucía.



Domenica 15 gennaio, ore 18
Salone della Provincia
YOUNG
FABRIZIO AIELLO & GABRIELLA RUSSO, arpe

Suonano insieme da dieci anni, Fabrizio Aiello e Gabriella Russo, musicisti impegnati nell’approfondimento e divulgazione del repertorio cameristico per due arpe. Vincitori di diversi concorsi internazionali, i due componenti artisti, che attualmente si stanno perfezionando alla Scuola di Musica di Fiesole con Giampaolo Pretto, direttore d’orchestra e primo flauto dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai di Torino, propongono per gli Amici della Musica un programma particolarmente affascinante e intrigante che spazia dai compositori del Settecento, con il Duo op. 30 di Francesco Petrini, sino ai contemporanei Fabio Anti («Suite delle arpe danzanti», in prima assoluta), Palmo Liuzzi («Andante per due arpe») e Rodolfo Saraco («Morning Flower»), autori di brani scritti appositamente per Aiello e Russo. Inoltre, una parte del programma è dedicata alle «donne dell'arpa» con composizioni ispirate a personaggi femminili, tra cui i duetti che Marcel Grandjany scrisse in onore delle sue allieve e «La Ragazza» di Bernard Andrès. Una doverosa parentesi popolare si ascolterà con la pizzica «Don Mauro» di Lincoln Almada e una trascrizione della «Spanish Dance n. 5» di Enrique Granados. Completano il programma brani di Holý e Thomas.



Venerdì 27 gennaio, ore 21
Auditorium TaTÀ
AEHAM AHMAD, pianoforte


È conosciuto come «il pianista di Yarmuk», dal nome del campo profughi alle porte di Damasco nel quale sono confinati migliaia di bambini, donne e uomini in fuga dalla guerra. E le immagini che ritraggono Aeham Ahmad mentre suona tra le macerie della capitale siriana, fanno subito il giro del mondo. Oltre a suonare, Aeham (classe 1989) lavora nel negozio di strumenti musicali di suo padre, violinista non vedente. E a un certo punto decide di portare il pianoforte in strada, con un carretto, e cantare per la gente stremata dall’assedio delle truppe di Assad, dai jihaidisti, dai bombardamenti e dalla fame. Ma a quello stesso pianoforte, usato tra le rovine di una guerra infinita, un giorno i miliziani dell’Isis decidono di dare fuoco. È il compleanno di Aeham, che in quel preciso momento decide di fuggire e venire in Europa. Sino a Berlino ci sono migliaia di chilometri da percorrere, molti dei quali a piedi, su bagnarole di fortuna e autobus devastati. Unico bagaglio, uno zaino. Con il quale Aeham arriva in Germania, il Paese dove trova ospitalità. Il rifugio è un vecchio motel abbandonato, dove però c’è un pianoforte. Così Aeham ricomincia a fare ciò che faceva a Yarmuk: suona e canta per i bambini sballottati dall’esilio, riprende a fare concerti e riceve un premio per il suo impegno a favore dei diritti umani. Realizza anche un disco, in uscita a breve. E poi gli incontri, con la cancelliera Angela Merkel e la grande pianista Martha Argerich, prima di conquistare il premio Beethoven. Quanto basta perché la stampa internazionale inizi ad occuparsi di lui.



Domenica 29 gennaio, ore 18
Salone della Provincia
YOUNG
MICHELE RENNA, pianoforte

Un recital a ritmo di danza, quello che propone in giovane pianista barese Michele Renna, classe 1999 e importanti masterclass con Roberto Cappello, tra i grandi interpreti degli ottantotto tasti, e Antonio Ciacca, con il quale ha frequentato il New York City Jazz Workshop. Per gli Amici della Musica il musicista pugliese darà prova del proprio talento con un programma che si aprirà con la Polacca op. 53 di Chopin e che proseguirà con la Ballata n. 2 di Liszt. Quindi, con un balzo avanti nel tempo, il repertorio spazierà dal Ravel di «Alborada del Gracioso» a una serie di danze pianistiche di grande fascino. Renna eseguirà, infatti, la trascrizione della Danza russa di «Petruska» che nel 1921 Stravinskij realizzò per Arthur Rubinstein insieme con altri due movimenti dello stesso balletto. Seguiranno le «Danzas Argentinas op. 2» di Ginastera prima della scoppiettante chiusura nel segno di Bernstein con una selezione dalle «Danze sinfoniche» di «West Side Story».  



Giovedì 2 febbraio, ore 21
Auditorium TaTÀ
VIVIANA LASARACINA, pianoforte

Allieva di Benedetto Lupo, la giovane pianista Viviana Lasaracina - che tra le tante affermazioni in concorsi internazionali vanta la prestigiosa partecipazione come finalista al Concorso pianistico «Busoni» di Bolzano - presenta un programma  «russo» incentrato su variazioni e trascrizioni. Il recital della musicista pugliese si apre, infatti, con le Variazioni su un tema di Corelli di Rachmaninov, fulgido esempio della straordinaria abilità del pianista russo, partito dal cosiddetto «tema della follia» della Sonata per violino n. 12 di Corelli per sviluppare una serie di varianti caratterizzate da una formidabile inventiva e ricchezza di colori timbrici. Il concerto prosegue con la trascrizione della Suite dal balletto «Lo Schiaccianoci» di Ciaikovskij firmata da Mikhail Pletnev per poi aprirsi all’universo di Skrjabin con l’esecuzione della Terza Sonata, rappresentazione sonora del passaggio dell'anima attraverso la sofferenza, la lotta e il piacere in mezzo a una tempesta nella quale si alza la voce dell'Uomo-Creatore con un canto di vittoria, destinato, però, a sprofondare nell'abisso del nulla. Chiusura con un’altra trascrizione per pianoforte, stavolta quella che Guido Agosti realizzò della Suite da «L’uccello di fuoco», opera cardine nell'esperienza creativa di Igor Stravinkij, allora ventottenne, che da semisconosciuto discepolo di Rimskij-Korsakov conquistò fama internazionale.


Domenica 12 febbraio, ore 18
Salone della Provincia
YOUNG
JONIC BRASS QUINTET, quintetto di ottoni

Dall’aria di Figaro del «Barbiere» di Rossini al tema del film «Batman» di John Williams. Spazia tra classico e leggero il repertorio di trascrizioni per ottoni dello Jonic Brass Quintet, formazione costituitasi nel 2014 per iniziativa di un gruppo di giovani ed avviati professionisti provenienti dall’Istituto di Alta Formazione Musicale Paisiello di Taranto. I componenti del quintetto sono Salvatore Pichierri e Carlo Sammarco (tromba), Pasquale Pichierri (corno), Giuseppe D’Elia (trombone) e Walter D’Elia (tuba), che vantano anche la realizzazione della colonna sonora del docu-film «Good Friday», un omaggio ai riti della settimana santa tarantina girato con il supporto di Apulia Film Commission dal regista tedesco Peter Rippl. Oltre a musiche di Rossini e Williams si ascolteranno riduzioni per quintetto di ottoni di celebri arie e sinfonie di Bizet, Beethoven, Brahms, Puccini e altri grandi autori. In programma anche brani popolari come «La Cumparsita» e il tema della «Pantera Rosa» di Henry Mancini.


Martedì 14 febbraio, ore 21
Auditorium TaTÀ
PEPPE SERVILLO e PATHOS ENSEMBLE
L’histoire du soldat

Le due guerre mondiali recitate da Peppe Servillo, voce degli Avion Travel, in una serata di teatro musica che culminerà con un’originale interpretazione de «L’histoire du soldat» di Stravinskij. Ad accompagnare l’artista casertano, il Pathos Ensemble (Silvia Mazzon, violino; Mirco Ghirardini, clarinetto; Marcello Mazzoni, pianoforte). Sarà un viaggio al contrario nel tempo, con il prologo costituito dallo sbarco degli alleati a Paestum tratto da «Napoli ‘44», il racconto autobiografico di Norman Lewis sulla città partenopea trasformata dal conflitto bellico in un immenso e miserabile mercato nero. Gli «Otto pezzi per clarinetto, viola e pianoforte» del compositore tedesco Max Bruch faranno da collante con «L’histoire», l’affascinante opera scritta da Stravinskij durante la seconda guerra mondiale e basata su una fiaba russa di Afanas’ev, racconto dell’eterna ambivalenza dell’uomo tra bene e male attraverso le vicende di un soldato ingannato dal diavolo, al quale ha venduto il suo violino (e l’anima) in cambio della ricchezza. Accortosi dell’imbroglio, il soldatino recupererà lo strumento, con il quale riesce a guarire e sposare una principessa. Ma quando deciderà di tornare al suo villaggio, il diavolo lo porterà via con una marcia trionfale. Una storia che Servillo rende particolarmente affascinante con la mimica del viso, i movimenti del corpo, la tessitura vocale e le sue indiscutibili capacità attoriali.



Giovedì 23 febbraio, ore 21
Teatro Orfeo

SERGIO CAMMARIERE
   
La voce e il mood di Sergio Cammariere ammaliano, rapiscono. Ed è sempre particolarmente affascinante farsi sedurre dalle storie di questo cantautore schivo, timido ma straordinariamente ispirato. Cammariere compone con un tocco unico ed è musicista e interprete di rara intensità espressiva. Nellanima ha leco delle note dei maestri del jazz, l’impronta dei grandi pianisti del passato e la profondità e il romanticismo dei più raffinati cantautori italiani, anche se continua a dire che Paoli, Tenco ed Endrigo rimangono inarrivabili. L’artista calabrese, infatti, continua a vedere ancora lontani i suoi miti, celebrati qualche anno fa con l’autoironica canzone «Cantautore piccolino», nella quale - per l’appunto - si confrontava in rima a «Paoli Gino», nome di punta della tanto amata scuola genovese. Ma ormai Cammariere è a tutti gli effetti tra i più raffinati rappresentati della canzone italiana d’autore. La notorietà la deve alla partecipazione al Festival di Sanremo nel 2003 con «Tutto quello che un uomo», con cui Cammariere ottiene il terzo posto oltre al «Premio della Critica», il Premio per la «Migliore Composizione Musicale» e due Dischi di Platino. Un’affermazione che, in quel momento, permette all’artista di rilanciare l’album del debutto di un anno prima, «Dalla pace dal mare lontano», un condensato di poesia che aveva segnato l’inizio della collaborazione con Roberto Kunstler per i testi e la partecipazione di Pasquale Panella per un omaggio a Charles Trènet («Il mare»).


Venerdì 3 marzo, ore 21
Auditorium TaTÀ
MARIO BRUNELLO, violoncello


Ha spinto la musica «colta» fuori dalle tradizionali sale da concerto, per portarla tra le mura di cemento armato di capannoni industriali e sulle vette delle Dolomiti (tanto da meritarsi l’appellativo di «musicista montanaro»). Ha definito Vivaldi «un rockettaro da far impallidire Vasco e Ligabue». E senza operazioni furbette oggi molto di moda Mario Brunello è riuscito a sdoganare gli autori classici tra consumatori di generi diversi dalla classica. Primo italiano a conquistare, nel 1986, il premio Ciaikovskij, il musicista di Castelfranco Veneto ha cercato anche di lanciare combinazioni sonore inusuali, per esempio interpretando le «Sonate» di Bach con il fisarmonicista Ivano Battiston. E proprio al genio di Eisenach è dedicato questo concerto per gli Amici della Musica, che presenta alcune particolarità. Brunello, infatti, eseguirà in apertura le trascrizioni per violoncello di due capolavori per violino solo di Bach, la «Sonata n. 2 BWV 1003» e la «Partita n. 3 BWV 1006», mentre nella seconda parte interpreterà le «Suite per violoncello n. 3 BWV 1009 e n. 5 BWV 1011», parte di quel ciclo di composizioni che Brunello ha inciso per intero e sulle quali aleggia un alone di mistero dovuto alla mancanza del manoscritto. Ed è proprio questo che, secondo Brunello, rende misteriosa la musica delle Suite: l’assenza, la mancanza di indicazioni agogiche e dinamiche, oltre che di una polifonia scritta per esteso.


Martedì 14 marzo, ore 21
Salone della Provincia
COSIMO SPINELLI, clarinetto
MARIA IVANA OLIVA, chitarra

Non è musica che si ascolta abitualmente nelle sale da concerto, quella per clarinetto e chitarra. Musica poco conosciuta ma particolarmente affascinate alla quale hanno dedicato pagine anche autori del Sette-Ottocento, quali Heinrich Neumann, Joseph Kuffner e Iwan Muller, oltre che i contemporanei Ferdinand Rebay, Mark Houghton, Paolo Fontana e altri ancora. E il Duo Artium, nato dalla consolidata collaborazione avviata negli anni Novanta tra Cosimo Spinelli (clarinetto) e Maria Ivana Oliva (chitarra), continua ad approfondire e a proporre al pubblico questo seducente repertorio, al quale i due musicisti si sono sempre avvicinati approfondendo lo studio della musica da camera con la ricerca storica e filologica.



Domenica 19 marzo, ore 18
Salone della Provincia
YOUNG – le domeniche in concerto
GIUSEPPE DEMAGLIE, pianoforte

Talento musicale tutto da scoprire ed ammirare, quello di Giuseppe Demaglie, che suona per gli Amici della Musica dopo il recente debutto nell’ambito del Giovanni Paisiello Festival seguito da ampi consensi di critica e pubblico. Ha solo sedici anni, il pianista tarantino, ed ha già frequentato delle masterclass all’Accademia Internazionale Pianistica «Incontri col Maestro» di Imola con Riccardo Risaliti ed Enrico Pace. Guidato da una vivace curiosità e da una straordinaria meticolosità nell’affrontare lo studio del repertorio, Demaglie affianca grande estro ed intelligenza ed ama soprattutto confrontarsi con musiche bachiane e tecnicamente impegnative. Ha partecipato a molteplici concorsi nazionali ed internazionali, ai quali si è sempre affermato con la vittoria del primo premio.


mercoledì 22 marzo, ore 21
Auditorium TaTÀ
NAUFRAGIO CON SPETTATORE

Compagnia Zappalà Danza

Prima tappa di «Odisseo», dal progetto «Re-mapping Sicily», «Naufragio con spettatore» è liberamente ispirato all’omonimo saggio di Hans Blumenberg e porta la firma del coreografo Roberto Zappalà, tra i nomi di punta della danza contemporanea e autore di una partitura scenica con i danzatori Roberto Provenzano e Fernando Roland Ferrer, impegnati sulle musiche di Bach suonate dal vivo dal pianista Luca Ballerini. Accompagnato anche da spunti emotivi tratti dall’opera pittorica di Théodore Gericault «La zattera della medusa», «Naufragio con spettatore» è un lavoro sull’emigrazione/immigrazione e sul rapporto che gli occidentali hanno con il popolo migrante. Sia il viaggio di Ulisse che molte delle tragiche odissee del tempo presente si dislocano nel Mediterraneo, con al centro la Sicilia, sin dall’Ottocento terra di emigrazione. Pertanto, prendendo le mosse dall’idea di naufragio, Zappalà approda ai temi del viaggio, della fame/sete, della morte/salvezza e dell’assenza di spazio, con continui riferimenti a Ulisse ed, inevitabilmente, alla cronaca di questi ultimi anni, segnata dai disperati attraversamenti dei migranti e da decine di tragici naufragi. Su tutti, quello di Porto Palo (il più grande nella storia del Mediterraneo dalla Seconda Guerra Mondiale) a quello del marzo 2009, quando più di trecentocinquanta migranti in cerca di speranza e salvezza su tre imbarcazioni morirono annegati al largo delle coste della Libia.



Giovedì 30 marzo, ore 21
Teatro Orfeo
SCUGNIZZA di Mario Costa
Compagnia di Operette “Elena d’Angelo”

Omaggio al tarantino Mario Costa, l’autore di «Era de maggio», con la messa in scena dell’operetta in tre atti «Scugnizza» di Carlo Lombardo. Presentata per la prima volta a Torino, al teatro Alfieri, il 16 dicembre del 1922, dalla compagnia dello stesso Lombardo, «Scugnizza» è ambientata negli anni della messinscena e si basa su una sorta di «contrasto amoroso» in salsa napoletana, sottolineato da una schietta vena malinconica e una divertente ambientazione popolare. Un ricco americano cerca di convincere una dubbiosa e indigente scugnizza, Salomè, a lasciare Napoli per l’America, convinto che «tutto far con i dollari si può». La donna, dunque, si trova inizialmente di fronte al dilemma della scelta tra una vita agiata lontano da Napoli o una vita difficoltosa nei luoghi familiari della città partenopea. Questo dilemma, apparentemente risolto a favore della prima opzione, si concretizza poi nella mandolinata dello scugnizzo Totò, il quale vuole che la ragazza della quale è innamorata resti a Napoli. Mister Toby, l’anziano americano che avrebbe voluto portare con sé la giovane Salomé, riuscirà, dunque, a portare oltreoceano solo i ricordi al suono di una musica straordinariamente accattivante. «Sugnizza» è, infatti, un condensato di melodie che da un lato interpreta un mondo fatto di spontaneità e nostalgia, mentre dall’altro si riallaccia direttamente all’opera verista con un richiamo alle migliori romanze pucciniane.


Giovedì 6 aprile, ore 21
Salone della Provincia
FEODOR AMIROV – pianoforte
Vincitore del 54° International Piano Competition “A. Speranza” – 2016


Prima di affermarsi all’International Piano Competition «Arcangelo Speranza», manifestazione che si colloca fra i più prestigiosi concorsi italiani, il trentacinquenne pianista russo Feodor Amirov aveva dato dimostrazione delle proprie qualità di interprete vincendo l’International Chopin Competition di Mosca, l’International Poulenc Competition in Germania e il Viotti International Music Competition di Vercelli, concorsi tra i più importanti del circuito. E nel frattempo aveva girato il mondo suonando, tra le tante, con la Russian National Orchestra, l’Orchestra di Radio France e la Tokyo Symphony Orchestra. Quindi, l’affermazione lo scorso maggio a Taranto con la conquista del Primo Premio Assoluto del 54esimo International Piano Competition «Arcangelo Speranza», la cui giuria di altissimo livello era presieduta dallo spagnolo Fernando Puchol e composta da Pietro De Maria, l’ungherese Balàzs Fulei,  la tedesca Uta Weyand e Marco Vincenzi. Vittoria che ha garantito ad Amirov la possibilità di esibirsi in questa stagione degli Amici della Musica e tenere una tournée italiana di dodici concerti nella stagione 2016-2017.


Martedì 11 aprile, ore 21
Salone della Provincia
FULVIO PALESE, sassofoni
ALESSANDRO GAZZA, fisarmonica

Il sax tra i simboli del jazz, la fisarmonica personificazione stessa del tango. Nel progetto Saxaccordion di Fulvio Palese e Alessandro Gazza i due strumenti s’incontrano magicamente, compiendo una sintesi perfetta attraverso un programma che esplora geografie musicali molto vicine tra loro. Naturalmente, non può mancare Astor Piazzolla, il padre del moderno «pensiero triste che si balla» («Violentango»), così com’è impossibile non toccare l’universo del sardonico Sonny Rollins, un mostro sacro della musica afro-americana («Valse Hot» e «Pent-up House»). Il programma che i due musicisti presentano, proponendo anche brani originali («Mar», «Frank» e «Sentimental» di Gazza, «Ttatthellu» e «Smooth idea» di Palese), annovera anche un paio di pezzi del sassofonista argentino (di origini pugliesi) Javier Girotto («Agustino», «La rural» e «Morronga la milonga»), oltre a un classico del pianista Chick Corea, l’energico «Armando’s Rhumba», sintesi di jazz, ritmi e sonorità latino-americane.



Venerdì 21 aprile. ore 21
Salone della Provincia
DARIO CANDELA, pianoforte

Definito «pianista di grande talento» dal suo maestro, Aldo Ciccolini, dal quale è stato l’unico a ricevere l’eredità in forma di un appassionante libro di «Conversazioni» edito da Curci, Dario Candela è uno degli epigoni più lucidi della grande tradizione pianistica napoletana. Il noto critico musicale Sandro Cappelletto ha sottolineato l’eleganza con cui Candela sfrutta le risorse timbriche e dinamiche dello strumento, attraverso «una sprezzatura gentile» che gli consente di «costruire un incanto». E per gli Amici della Musica questo incanto lo rievocherà mettendo a confronto l’arte sonatistica di Domenico Cimarosa, autore che è diventato un suo cavallo di battaglia (per la Phoenix Classic, Naxos, Brilliant e Dynamic, Candela ha inciso l’integrale delle Sonate), e il raffinato romanticismo di Chopin con l’esecuzione di quattro Ballate e della Polonaise Fantasie op. 61. Non solo grande interprete nelle più importanti sale da concerto, nonché didatta e saggista, Candela si è distinto anche come brillante organizzatore. È stato, infatti, direttore artistico di PianoCity Napoli per quattro edizioni e nel 2007 ha fondato il Circolo Artistico Ensemble dedito alla riscoperta della musica del Novecento Italiano. Ha, inoltre, ideato e promosso TaranToday, progetto finalizzato alla diffusione delle danze del Sud Italia rielaborate da compositori contemporanei.



Domenica 30 aprile, ore 19
Salone della Provincia
YOUNG
ENARMONIA, quintetto di fiati

Il Quintetto Enarmonia nasce recentemente per iniziativa di Valeria Zaurino (flauto), Giuseppe Coro (oboe), Ornella Panno (clarinetto), Giovanni Battista Ruta (corno) e Simone Tirotta (fagotto) con l’obiettivo di diffondere non solo la letteratura classica legata a questo tipo di formazione, ma anche le trascrizioni per quintetto di fiati. Il programma che l’ensemble presenta comprende cinque «Antiche danze ungheresi dal secolo XVII» di Ferenc Farkas, il «Quintette pour instruments à vent» di Paul Taffanel, le traslitterazioni dell’ouverture del «Flauto magico» di Mozart e della suite dalla «Carmen» di Bizet e i «Trois Pièces Brèves» di Jacques Ibert.




Domenica 7 maggio, ore 21
Auditorium TaTÀ
STEFAN MILENKOVICH, violino
ORCHESTRA DA CAMERA
DEL TEATRO RENDANO DI COSENZA
in LE OTTO STAGIONI (Vivaldi + Piazzolla)


Il nome del violinista Stefan Milenkovich, che oggi ha trentotto anni, è noto sin dagli anni Ottanta. Enfant-prodige, fece parlare di sé suonando per Ronald Reagan, Mikhail Gorbaciov e Papa Giovanni Paolo II. La notorietà internazionale, grazie anche ad importanti passaggi televisivi, fu immediata. E dopo alcuni prestigiosi premi in concorsi come il Paganini di Genova, il Tibor Varga e il Ludwig Spohr, Milenkovich è considerato un virtuoso maturo ed assai stimato. Insegna negli Stati Uniti (a New York è ormai residente da anni), ha all’attivo svariate registrazioni discografiche e gode di una notevole popolarità. Dotato di uno straordinario talento, nonché di quell’innata riservatezza che spesso accomuna tutti i grandi artisti, Milenkovich, con l’esecuzione de «Le Quattro Stagioni» e de «Las Cuatros Estaciones Portenas» accanto all’Orchestra da Camera del Teatro Rendano di Cosenza, accosta Antonio Vivaldi e Astor Piazzolla, due autori distanti nel tempo due secoli e mezzo e separati geograficamente da undicimila chilometri che passano da un emisfero all’altro. Quando, infatti, a Venezia è estate, a Buenos Aires è inverno. E viceversa. Eppure il ciclo delle stagioni è sempre lo stesso. Quello dei quattro concerti di Vivaldi, scritti nel 1725 e tratti dalla raccolta «Il cimento dell’Armonia», e quello delle «Estaciones», composte originariamente da Piazzolla per il suo quintetto, tra il 1964 e il 1970, mescolando tango, musica colta europea e ritmi jazz.

Abbonamento GENERALE (19 concerti)
Platea e I galleria all’Orfeo (Posto unico al Tatà e Salone) € 225,00
II galleria all’Orfeo (Posto Unico al Tatà e Salone) € 195,00

Abbonamento “BORGO” (13 concerti)
MILENKOVIC, GOSPEL, SERGIO CAMMARIERE, SCUGNIZZA + I CONCERTI ALLA PROVINCIA (DUO SPINELLI/OLIVA, AMIROV, SAXACCORDION, CANDELA) + YOUNG i 5 CONCERTI DELLA DOMENICA
Platea e I galleria € 160,00
II galleria € 130,00

PREVENDITE
AMICI DELLA MUSICA - via Toscana n. 22/a - tel. 099.730.39.72
BASILE STRUMENTI MUSICALI - via Matteotti n. 14 - tel. 099.4526853
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