venerdì 25 novembre 2016

IL MAGGIO MUSICALE FIORENTINO PROMUOVE UN CONCERTO IN AIUTO DELLE OPERE D'ARTE UMBRE

Terremoto: ‘Angeli’ dell’Opificio
in aiuto della Soprintendenza umbra
per le opere d’arte danneggiate


Concerto dell’ Orchestra e del Coro del Maggio Musicale Fiorentino,diretti da Zubin Mehta
Nelson Mandela Forum, giovedì 14 dicembre ore 20.00
Il ricavato sarà interamente destinato al potenziamento del progetto






Una task-force di giovani restauratori fiorentini diplomati dell’ Opificio delle Pietre Dure, andrà in Umbria in aiuto della Soprintendenza locale per gli interventi di messa in sicurezza delle opere danneggiate dal terremoto di questa estate. E’ lo scopo del progetto ‘Firenze per la salvezza del patrimonio artistico dell’Umbria’ ideato e sostenuto da Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, Opificio delle Pietre Dure, Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino in collaborazione col Nelson Mandela Forum, in accordo col Segretariato regionale del Mibact per l’Umbria e la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio dell’Umbria. Al fine di potenziarlo ed aumentare il numero dei tecnici, l’Orchestra e il Coro del Maggio Musicale Fiorentino e i solisti Barbara Frittoli, Anna Maria Chiuri, Massimo Giordano e Carlo Colombara, diretti da Zubin Mehta terranno un concerto mercoledì 14 dicembre alle ore 20 al Nelson Mandela forum (Biglietto unico 30 euro – Prenotazioni tramite il Box office – Ingresso da Piazza Berlinguer). Saranno eseguite sinfonie, arie e cori del grande repertorio operistico italiano. Il ricavato sarà totalmente destinato al progetto in quanto tutte le maestranze offrono gratuitamente la propria prestazione.

L’iniziativa è stata presentata stamani, all’ Opera di Firenze, dal Direttore generale della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze Gabriele Gori, dal Sovrintendente della Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino Francesco Bianchi; dalla restauratrice (con incarico di coordinamento tecnico e organizzativo OPD per sisma 2016) Oriana Sartiani e dalla storica dell’arte Sandra Rossi per l’Opificio delle Pietre Dure, dal Presidente del Nelson Mandela Forum Massimo Gramigni, dal Direttore del Segretariato regionale dei beni e delle attività culturali e del turismo per l'Umbria Luisa Montevecchi.

Il progetto si inserisce nel nuovo modello di servizio di Fondazione CRF (lo stesso che ha sostenuto la costruzione nel tempo record di 4 settimane di una scuola antisismica a Cittàreale in collaborazione con Unicoop Firenze e Misericordie d’Italia) che vuole fare rete tra istituzioni fiorentine di eccellenza con iniziative di ampio respiro che valorizzano le competenze nate e sviluppate nel capoluogo e che possono essere esportate, se necessario, oltre i confini del territorio di competenza. La task-force, che dovrebbe essere operativa entro Natale, sarà composta da 10-12 diplomati presso l’Opificio che per un anno presteranno servizio sotto il coordinamento dell’Opificio che opera nel deposito di Spoleto allestito dalla Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio dell’Umbria. Occupa una superficie di 5.000 mq, è antisismico ed è dotato di impianto di climatizzazione e delle necessarie scaffalature e rastrelliere. Secondo le prime ipotesi, potrebbero essere censiti ed esaminati fino a 2.000 manufatti. Di ciascuno saranno identificati il tipo di oggetto e la provenienza, sarà redatta una scheda sanitaria con valutazione del danno e della necessità di restauro, sarà valutato il codice di priorità di intervento e saranno compiute le prime operazioni per bloccare l’avanzamento del degrado e per mettere in sicurezza l’opera.

Il progetto, per il quale la Fondazione ha stanziato 130.000 euro, prevede per i giovani restauratori un compenso mensile, un forfait per le spese di vitto e di trasferta e il sostegno per i costi dell’alloggio da attivare tramite convenzione con una struttura ricettiva locale. La selezione dei restauratori sarà effettuata tramite Bando (apertura 25 novembre, chiusura 5 dicembre) in modo che il gruppo possa essere operativo prima di Natale. I candidati dovranno essere in possesso del Diploma rilasciato dalla Scuola Alta Formazione e di Studio dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze e essere residenti o domiciliati in Toscana, preferibilmente nelle aree di operatività della Fondazione. La selezione avverrà sulla base della valutazione del curriculum e i candidati dovranno presentare alla FCRF una dichiarazione di disponibilità ad assumere tale incarico, una certificazione comprovante il Diploma SAFS dell’Opificio e il proprio Curriculum Vitae. Fondazione CRF, in accordo con l’OPD, nominerà una commissione di esperti per la valutazione e la selezione dei restauratori. L’incarico sarà conferito dalla Fondazione che provvederà ai pagamenti previa una dichiarazione di buon esito da parte dell’OPD.

‘’Con la promozione di questo progetto – ha dichiarato il Direttore generale della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze Gabriele Gori - la Fondazione conferma il suo nuovo modello di intervento basato sulla messa a sistema delle eccellenze del nostro territorio e sulla loro valorizzazione. Come per la costruzione della nuova scuola antisismica a Cittareale, nel Lazio, abbiamo condiviso il progetto con Unicoop Firenze e la Misericordia, la prima istituzione al mondo nata con lo scopo di aiutare il prossimo, per il terremoto dell’Umbria è stata interessata un’altra eccellenza unica a livello internazionale, il nostro Opificio. Abbiamo così dimostrato come sia stato possibile, facendo rete, rispondere ad una emergenza del Paese. La Fondazione farà di tutto per mantenere alto questo primato e condividere questo capitale di saperi nel momento del bisogno affiancati dai partner più significativi della città, come in questo caso sono il Maggio Musicale Fiorentino e il Nelson Mandela Forum, così da poter moltiplicare le risorse che Firenze riesce a mettere in campo’’.

‘’Dopo il sisma della scorsa estate – ha dichiarato il Sovrintendente della Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino Francesco Bianchi - il Maggio si è immediatamente domandato come poter supportare e aiutare le popolazioni e i territori così duramente colpiti. Non era necessario individuare il perché ci sentissimo così coinvolti nella tragedia e perché volessimo attivarci, tuttavia vale la pena rifletterci: perché il compito di un'istituzione che diffonde la cultura quale è il Maggio Musicale Fiorentino consiste  anche nel difendere e proteggere il patrimonio culturale del proprio Paese in tutte le sue forme; perché l'attenzione verso l'arte e l'architettura è scritta nel codice genetico di questa città e dei suoi cittadini e il Maggio con la sua storia fatta di arte, musica, cultura è parte integrante di questo codice; perché, soprattutto nell'anno in cui si ricorda lo sforzo di donne e uomini giunti cinquant'anni fa da ogni angolo del pianeta per salvare i tesori di Firenze, abbiamo l'opportunità di restituire qualcosa a chi ha perduto una parte delle proprie radici culturali. Del come ne parliamo oggi con questo progetto del quale siamo promotori e sostenitori con le altre Istituzioni  e grazie anche alla partecipazione generosa della nostra Orchestra, del Coro, del Maestro Metha e di tutti i solisti; e infine perché unendo le forze pensiamo di contribuire al ripristino della bellezza e alla salvaguardia di quei luoghi attraverso la bellezza stessa della musica e la gioia nel vivere quell'esperienza’’.

“ L’Opificio delle Pietre Dure per la sua storia e per il suo ruolo istituzionale – ha osservato il soprintendente Marco Ciatti in una nota inviata per la conferenza stampa - cercherà di dare il più efficace contributo possibile per la messa in sicurezza del patrimonio artistico dell’Umbria gravemente colpito dal recente sisma. L’esperienza acquisita dal Laboratorio di restauro dell’OPD a seguito dell’alluvione e delle altre calamità naturali ed umane che hanno ferito le nostre opere d’arte, verrà messa a servizio dell’Umbria e del suo prezioso patrimonio artistico”.

“L’uomo non è un’isola – ha dichiarato il Presidente del Nelson Mandela Forum Massimo Gramigni – come abbiamo imparato da Unicoop Firenze che sostiene il Mandela Forum. E questa è l’occasione per ribadire che non lasciamo nessuno solo, mai. Salvare le opere d’arte significa salvaguardare l’identità non solo della popolazione di quei luoghi ma di tutto il nostro Paese’’
‘’La grande valenza di questa operazione – ha sottolineato il Direttore del Segretariato regionale dei beni e delle attività culturali e del turismo per l'Umbria Luisa Montevecchi che ha portato i saluti del Soprintendente Archeologia, belle arti e paesaggio dell’Umbria Monica Mercalli – è quella di aiutare il recupero di opere che appartengono al dna delle comunità in cui sono state create. Esiste un legame fortissimo, anche devozionale, tra gli abitanti di queste terre e i capolavori che stiamo recuperando e che faremo di tutto per riportare nei luoghi di appartenenza. Siamo infinitamente grati tutti coloro che ci stanno aiutando in questo lavoro, a cominciare dai partner di questo bellissimo progetto’’.
PROGRAMMA DEL CONCERTO

da “La Forza del Destino” di  Giuseppe Verdi: Sinfonia
da “Andrea Chenier” di Umberto Giordano: “La mamma morta” (Barbara Frittoli)
da “Tosca” di  Giacomo Puccini: “E lucevan le stelle” (Massimo Giordano)
da “Cavalleria rusticana” di Pietro Mascagni : Intermezzo
da “Simon Boccanegra” di Giuseppe Verdi: “Il lacerato spirito” (Carlo Colombara)
da “La traviata” di  Giuseppe Verdi: “Zingarelle e Mattadori” (Coro)
da “La forza del Destino” di Giuseppe Verdi : Rataplan (Anna Maria Chiuri e Coro)
Intervallo
da “Manon Lescaut” di Giacomo Puccini: Intermezzo Atto III°
da “Don Carlo” di Giuseppe Verdi : “Ella giammai m’amò” (Carlo Colombara)
da “Il trovatore” di  Giuseppe Verdi : “Condotta ell’era in ceppi” (Anna Maria Chiuri)
da “Nabucco” di  Giuseppe Verdi: “Va pensiero” (Coro) 
da “Otello” di  Giuseppe Verdi : Canzone del Salce e “Ave Maria” (Barbara Frittoli) 
da “Turandot” di  Giacomo Puccini: “Nessun dorma” (Massimo Giordano e Coro) 


Nelle immagini allegate i partecipanti alla conferenza stampa (da sinistra, Sartiani, Bianchi, Gori, Gramigni, Montevecchi, Rossi) e gli interni del deposito di Spoleto

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