DUE DIRETTE STREAMING RAI CON MYUNG-WHUN CHUNG ED ANTONIO PAPPANO GAL TEATRO ALLA SCALA E DALL'OPERA DI ROMA.
Venerdì 5 marzo Rai
Cultura propone su RaiPlay lo Stabat Mater di Rossini e
il Requiem tedesco di Brahms
Myung-Whun Chung e Antonio
Pappano. Due grandi direttori d’orchestra per due live
streaming dal Teatro alla Scala e dall’Accademia Nazionale di Santa
Cecilia. È la proposta di Rai Cultura, che venerdì 5 marzo sul
portale RaiPlay offre due concerti consecutivi, in diretta da Milano e
da Roma.
Alle ore 18 dal
Piermarini – anche sul sito web del Teatro alla Scala – Myung-Whun
Chung è impegnato in un imponente programma sacro con lo Stabat
Mater di Gioachino Rossini, scritto nel 1831 per la fruizione
esclusivamente privata dell’arcidiacono di Madrid ma presto diventato una delle
pagine sacre più eseguite dell’Ottocento italiano.
Il concerto vede la
partecipazione del Coro della Scala diretto da Bruno Casoni,
che sarà dislocato nei palchi del teatro. In platea, distanziati,
ci saranno l’orchestra e i solisti Rosa Feola, Veronica
Simeoni, René Barbera e Alex Esposito. Lo
spettacolo sarà anche trasmesso in differita radiofonica e televisiva:
su Radio3 il 29 marzo alle 20.30 e su Rai5 il 31 marzo alle
21.15.
Il programma della serata è
completato dalla Sinfonia Hob. 44 “Trauersymphonie” scritta da Haydn
nel 1772: la più celebre del cosiddetto periodo “Sturm und Drang” del
compositore.
Alle 20.30 ci si
sposta all’Auditorium Parco della Musica di Roma, dove Antonio
Pappano è ancora una volta protagonista della stagione digitale
dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. In programma un’altra pagina di
intensa spiritualità: il Deutsches Requiem di Johannes
Brahms. Anche qui è protagonista il Coro, diretto da Piero Monti,
insieme alle voci soliste del soprano Chen Reiss e del
baritono Thomas Tatzl. Il concerto è anche
trasmesso in diretta su Radio3, mentre la messa in onda televisiva su Rai5
è prevista per giovedì 1° aprile alle 21.15.
Il capolavoro di Brahms in programma è un Requiem al
contrario, non liturgico come quelli di Mozart e Verdi, perché destinato
all’esecuzione concertistica. Il testo, che lo stesso Brahms trasse liberamente
dalla Bibbia nella versione di Martin Lutero, è da intendersi come messaggio
consolatorio rivolto all’umanità quale prefigurazione di quella pace e di quel
dolce conforto rappresentato dal definitivo distacco dalla vita terrena. Fu
grazie a questo imponente lavoro eseguito la prima volta nel 1868 che Brahms,
allora trentaseienne, ebbe la definitiva affermazione come compositore
ponendosi come l’erede di quella tradizione musicale tedesca che affondava le
radici in Bach e Händel, e continuava poi con Beethoven e Mozart.
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