Zubin Mehta torna a dirigere l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino.
Con lui il pianista Rudolf Buchbinder.
In programma un brano composto da Fabio Vacchi, commissionato dal
Maggio e in prima esecuzione assoluta, e tre composizioni di Wolfgang Amadeus
Mozart tra cui il concerto in re minore K. 466 per pianoforte e orchestra. Il
concerto verrà registrato sabato 6
marzo 2021 e successivamente trasmesso in streaming.
Nel mese di marzo sono previste le registrazioni
di altri tre concerti sinfonici di sir Eliot Gardiner, Manfred Honeck e Zubin
Mehta e infine l’opera Così fan tutte, di Wolfgang Amadeus Mozart, diretta da Zubin
Mehta nel nuovo allestimento con la regia di Sven-Erich Bechtolf
Il maestro Zubin
Mehta dopo il concerto sinfonico
corale La Creazione di Haydn, l’Otello verdiano dello scorso novembre 2020 e il concerto ‘fuori
programma’ che proseguiva il ciclo delle sinfonie schubertiane iniziato la
scorsa estate (registrato ai primi di febbraio e ancora visibile in streaming
sul sito della Fondazione fino all’11 marzo dove ha collezionato già più di
10mila visualizzazioni), riprende il podio del Maggio per dirigere l’Orchestra
del Maggio Musicale Fiorentino in un concerto che sarà registrato sabato 6 marzo
2021 e che verrà altrettanto successivamente trasmesso in streaming. Sul palco, insieme a lui, il pianista Rudolf Buchbinder. In
programma una prima esecuzione assoluta di una partitura di Fabio Vacchi e tre
composizioni mozartiane: l’Ouverture da Le nozze di Figaro, il Concerto in re minore K. 466 per pianoforte e orchestra e la Sinfonia n. 40 in sol minore K. 550.
Il concerto era previsto in abbonamento
alla Stagione sinfonica 20/21 nello stesso giorno in cui verrà ora registrato;
in ottemperanza alle limitazioni imposte per l’emergenza sanitaria che tengono
chiusi i teatri al pubblico, il Maggio ha deciso di eseguire comunque il
concerto per registrarlo e trasmetterlo successivamente in streaming. Di
conseguenza il Teatro rimborserà chi aveva acquistato i biglietti relativi.
Sarà possibile richiederne il rimborso dal 4 marzo e fino al 30 marzo; sul sito
del Maggio (www.maggiofiorentino.com)
le istruzioni per ottenerlo.
Nel mese di marzo sono previste le registrazioni
- che verranno trasmesse successivamente - di altri tre concerti sinfonici: di
sir Eliot Gardiner il 9 marzo, Manfred Honeck il 21 marzo e Zubin Mehta il 27 marzo con la violinista Vilde
Frang e infine il 28 marzo, l’opera Così fan tutte, di Wolfgang Amadeus
Mozart, diretta da Zubin Mehta nel
nuovo allestimento con la regia di Sven-Erich Bechtolf.
In apertura del concerto registrato il 6
marzo una commissione del Maggio al compositore Fabio Vacchi, in prima assoluta
e che fa parte del progetto “Nuove musiche per questo tempo” sostenuto da Enel:
Beethoven e la primavera ritrovata. Il brano nasce da una lettura approfondita di Fabio Vacchi delle
Lettere dal Carcere di Nelson Mandela e dalla commissione di un melologo dalla Paris
Mozart Orchestra sempre inerente alla figura del grande politico e Premio Nobel
sudafricano. “Mi colpì l’energia positiva che Mandela
attingeva dalla musica: dal jazz e dal rock&roll, con le loro sorgenti nel
blues, e da Beethoven. Ma mi lasciò senza fiato – scrive Vacchi nel programma di sala - anche la sua forza d’animo, grazie alla quale le lettere che gli
scrivevano amici e famigliari erano in grado, a suo dire, di far irrompere la
primavera nella sua cella. Dentro di me è scattata una profonda associazione
immaginifica con l’uscita dal lockdown, dalla paura e dall’ansia, giusto in
tempo per ritrovare la primavera, la vita, e forse per cominciare a guardarla
in un altro modo.”
La locandina del concerto procede con un programma poi tutto dedicato a
Wolfgang Amadeus Mozart,
un trittico di capolavori tra i più noti e
rappresentativi del Salisburghese. Inizia con l’ouverture de Le nozze di Figaro, una luce
di gioia in tutta la sua freschezza musicale che in
pochi minuti offre uno spaccato del suo teatro musicale, e procede con il
Concerto in re minore K. 466 per pianoforte e orchestra che verrà eseguito dal
maestro Rudolf Buchbinder. In questa pagina enigmatica si mostra una sorta di
tormento interiore del musicista che evidenza un profondo e sincero
coinvolgimento emotivo che sembra avvicinarsi ai toni molto cupi del Don Giovanni. Il concerto si
chiude con la Sinfonia n. 40 in sol minore K. 550, una delle più celebri ed
eseguite sinfonie mozartiane - la penultima della sua produzione sinfonica -
dall’apparente gaiezza e invece percorsa da un’agitazione oscura e da una
tensione continua.
Il programma di sala sarà disponibile gratuitamente sul sito del Teatro alla
pagina dedicata al concerto
La durata
complessiva è di un’ora e quindici minuti circa.
Ouverture da Le nozze di Figaro
Il 1 maggio 1786 debutta al Burgtheater di
Vienna il primo dei tre capolavori realizzati da Mozart in collaborazione con
Lorenzo Da Ponte: Le nozze di Figaro.
La fonte letteraria è la tanto discussa commedia di Beaumarchais Le mariage de Figaro, colpevole di aver
suscitato sospetti e timori per i suoi contenuti satirico-politici. Mozart
riesce però ad aggirare l’ostacolo concentrando l’attenzione sulla girandola di
equivoci amorosi, tranelli, sospetti, incontri clandestini e agnizioni che
nelle Nozze si susseguono senza
tregua. E così, fin dalle primissime battute della celeberrima Ouverture Mozart
imprime alla sua musica un ritmo serratissimo, esuberante, irresistibile e quel
vorticoso brulichìo di quartine degli archi ci trascina in un attimo nella folle journée di Figaro e compagni: è
l’apoteosi del movimento allo stato puro, che sottolinea la concitazione di un
giorno ricco di eventi e di aspettative come quello del matrimonio del
protagonista.
Concerto in re minore K. 466 per
pianoforte e orchestra
Negli anni che seguono il suo
trasferimento a Vienna, Mozart divide la sue giornate tra attività compositiva
e concerti come solista al pianoforte. Sono molti e di altissima fattura i
concerti confezionati in quegli anni, prodotti per soddisfare le esigenze del
pubblico viennese che tanto apprezzava il genere. Tuttavia con il passare del
tempo Mozart trasforma il concerto per pianoforte e orchestra, ritenuto un
genere di puro svago musicale, in qualcosa di nuovo, in un laboratorio dove
sperimentare, pur nel rispetto della forma classica, nuove soluzioni
espressive. Esempio perfetto di questa nuova concezione è il Concerto per
pianoforte e orchestra in re minore K. 466 composto nel febbraio del 1785. Per
la prima volta Mozart adotta in un concerto una tonalità tragica come il re
minore, teatralizzando il confronto dialettico tra le due individualità sonore
in campo. Nei tre movimenti (Allegro - Romanza - Rondò) vediamo solista e
orchestra fronteggiarsi come due entità contrapposte in un clima carico di pathos.
Rapide accensioni, continue oscillazioni tonali, ritmo incalzante e melodie
inquiete sono al centro di quest’opera che rivela aspetti inediti della
creatività mozartiana e che grazie a questa veste “pre-romantica” si assicurò
il favore dei posteri. Entrato stabilmente in repertorio, si dice fosse il
concerto mozartiano prediletto da Beethoven, che ne compose anche le cadenze.
Sinfonia n. 40 in sol minore KV 550
Il 1788 è l’anno che segna l’addio di
Mozart al genere sinfonico con le ultime tre Sinfonie - K. 543, K. 550, K. 551
- realizzate in soli tre mesi e forse pensate come unico grande affresco
sonoro. Nell’estate di quell’anno Mozart vive un periodo molto tormentato. Dopo
lo scarso successo del Don Giovanni a
Vienna, il compositore è angosciato dai debiti e provato dalle ristrettezze
economiche e spera quindi di risollevarsi con quelle tre sinfonie composte di
getto in uno straordinario impeto creativo. Tra la serenità che pervade la
Sinfonia K. 543 e la grandiosità solenne della K. 551 Jupiter, la Sinfonia in sol minore K. 550 si distingue per il
carattere “notturno” e dolente. I quattro movimenti della sinfonia (Molto
Allegro - Andante - Minuetto - Allegro assai) accolgono al loro interno un
nuovo sentimento di inquietudine profonda che serpeggia in orchestra
dall’inizio alla fine. Se il primo movimento, privato della canonica
introduzione lenta, spicca per l’attacco immediato affidato agli archi - tra i
più suggestivi mai scritti - l’Andante che segue assume toni nobili ed
elegiaci. Il Minuetto alterna severità barocca e movenze galanti, mentre
l’Allegro assai (che ispirò anche lo Scherzo della Quinta Sinfonia di
Beethoven) chiude l’opera con un moto rapido e inesorabile di forte impatto
drammatico.
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