Mafie
e narcotraffico tra Messico e Calabria
Domani
alle 11.30 al Teatro Massimo “Silencio” di Attilio Bolzoni
PALERMO.
“Mi trovo a Città del Messico da pochi giorni e mi hanno fatto il conto dei
giornalisti assassinati in questo paese dal 2000, sono 80. Più di quanti ne
siano stati uccisi in Iraq (71), più di quanti ne sono stati uccisi in Vietnam
(66), più di quanti ne siano stati uccisi durante la seconda guerra mondiale
(68)”. Comincia così il viaggio dell’inviato di Repubblica Attilio Bolzoni in
un Paese “dove la vita di un giornalista vale meno di niente”, un viaggio sulle
tracce di un grande reporter, Diego Enrique Osorno, “e con lui abbiamo ritrovato
anche tutti gli altri, i vivi e i morti”.
Domattina,
martedì 17 maggio, alle 11.30 al Teatro Massimo, per la stagione 0-18 un grande
appuntamento per capire le mafie del mondo: “Silencio – Le strade del
narcotraffico tra Messico e Italia”, regia di Attilio Bolzoni e Massimo
Cappello, con lo stesso Bolzoni e Anabel
Hernández, giornalista e autrice di reportage sul traffico mondiale della droga
più volte minacciata di morte. Musiche di Johann Sebastian Bach, Giacomo
Puccini, Philip Glass, Stefano Scodanibbio, Luca Nostro e Lucio Perotti; chitarra
elettrica Luca Nostro; quartetto d’archi del Teatro Massimo.
Perché
“le mafie, come il denaro, non hanno confini”. Partendo da questa intuizione di
Giovanni Falcone, Bolzoni racconta con un docufilm la mattanza dei giornalisti
in Messico e della ndrangheta in Calabria facendo da collante tra due realtà
distanti geograficamente ma molto vicine per mentalità criminale. Il reportage
ha due guide d'eccezione: Diego Enrique Osorno, il Saviano del Messico, e la
Hernàndez. Una nuova produzione del Teatro Massimo.
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