SCALA: MICHIELETTO E MAESTRI
ANCORA INSIEME PER “FALSTAFF”
Dopo il successo al Festival di
Salisburgo, dal 5 febbraio 2017 la produzione debutta a Milano con la direzione
di Zubin Mehta
Dopo il successo ottenuto al Festival
di Salisburgo nell’agosto 2013, il Falstaff di Giuseppe Verdi messo in
scena da Damiano Michieletto con Ambrogio Maestri nel ruolo del protagonista
arriva alla Scala. Il debutto dello spettacolo è in programma il 5 febbraio
2017 nell’ambito della stagione operistica 2016-2017 del teatro milanese. Sul
podio, come già a Salisburgo, sarà impegnato Zubin Mehta, il grande direttore
d'orchestra indiano che abbracciò con entusiasmo il progetto scenico di
Michieletto e volle Maestri per un'altra produzione dell'opera da lui diretta a
Firenze.
L'idea di Michieletto, che ha ambientato Falstaff
nella Casa di riposo per musicisti Giuseppe Verdi di Milano, secondo il
«New York Times» “funzionò magnificamente in questa produzione affascinante e
commovente”. Per il regista veneto “il protagonista vive nella condizione della
memoria, perché la sua realtà è quella della finitezza, dell’attesa della
morte. E tutta la vicenda si svolge un po’ come un ricordo, un sogno, o uno
scherzo: Falstaff in un attimo si vede passare davanti agli occhi tutta la
vita”.
Nel ruolo del titolo sarà impegnato
Ambrogio Maestri, reduce da un personale successo proprio nel Falstaff in
forma di concerto diretto a Chicago da Riccardo Muti. Il baritono pavese è riconosciuto
in tutto il mondo come interprete di riferimento per il ruolo del protagonista
dell’ultima opera di Verdi, che ha interpretato più di 250 volte e in più di 25
teatri diversi: da Vienna a Londra, da Parigi a Tokyo, passando per San Paolo
del Brasile e per il Teatro Colon di Buenos Aires, fino al piccolo teatro di
Busseto. Dal suo debutto nel ruolo, avvenuto proprio alla Scala nel 2001, con
il passare del tempo Maestri è arrivato a sentire il personaggio di Falstaff
come un vero e proprio alter ego. “E maturando – dice il baritono -
posso dire che dentro di me, ormai, c’è davvero molto di Sir John”.
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