Si
chiude con un grande successo la tournée del Teatro Massimo in Oman
Trionfo
per il concerto con la Damrau, domani l’Orchestra torna a Palermo
Il
primo luglio a Firenze con “Il Volo”, poi a Taormina e Segesta, nel 2017 in
Giappone
MUSCAT. È stato un trionfo il concerto
dell’Orchestra del Teatro Massimo con il soprano Diana Damrau che ha concluso ieri la tournée
del Teatro alla Royal Opera House di Muscat, nel Sultanato dell’Oman. Il
concerto ha fatto seguito alle tre repliche di Fille du Régiment di Gaetano Donizetti con il soprano Desirée
Rancatore, opera cui il pubblico ha tributato una standing ovation. Domattina
l’Orchestra rientrerà a Palermo, preparandosi ai nuovi appuntamenti in Italia e
all’estero: il primo luglio sarà a Firenze per il concerto de “Il Volo”, poi
nei teatri di Taormina e di Segesta, il prossimo anno in Giappone.
La Royal Opera House di Muscat, un imponente ed elegante
edificio monumentale da 80 mila metri quadrati, 1.100 posti e una struttura che
comprende parcheggi, negozi, ristoranti ed aree espositive, inaugurato nel
settembre 2011 con la Turandot prodotta da Zeffirelli, è stato il primo teatro
d’opera ad aprire nella Penisola arabica, e svolge un ruolo importante di
diffusione della cultura e della musica occidentale in Medioriente. La sua
senior artistic manager è la palermitana Francesca Campagna.
“Un grande successo – dice il sovrintendente Francesco Giambrone
– con cui il Teatro Massimo è tornato ai grandi appuntamenti internazionali.
Grazie alla Royal Opera House che ci ha invitato, grazie ai nostri artisti,
grazie al pubblico e al Paese che ci ha accolto”.
Oltre all’opera, ospita concerti sinfonici, balletti, una
stagione di musica jazz, una di world music, una di musica araba. Il Sultano
dell’Oman ha anche istituito un’orchestra sinfonica, la Royal Simphony Opera,
che fa repertorio sinfonico, e un’orchestra giovanile: gli insegnanti vengono
tutti dall’Occidente, i componenti devono essere tutti omaniti o parlanti
lingua araba.
Una grande attenzione verso l’Occidente, quindi, per un Paese
dove la presenza di imprese italiane è più che triplicata nel corso dell’ultimo
biennio. Si tratta prevalentemente di studi di architettura
e di società di progettazioni e costruzioni che operano nel settore delle
infrastrutture e che si installano nel Sultanato, in joint-venture con partner
locali, come d’obbligo. Relazioni che il sindaco e presidente della Fondazione
Teatro Massimo, Leoluca Orlando, ha voluto consolidare, con una fitta agenda di
incontri con rappresentanti del mondo delle istituzioni, dell’imprenditoria,
della cultura.
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