DON
CHISCIOTTE DELLA MANCIA DI GIOVANNI PAISIELLO
A MATERA
Domani sera, ore 21.00, masseria
fortificata San Francesco a Matera, in collaborazione con il Festival Duni, Don
Chisciotte della Mancia di Giovanni Paisiello. Nel bicentenario della morte del
compositore tarantino, il Festival propone “Progetto Paisiello 1816-2016”, con La grotta di Trofonio, opera inaugurale
della 42^ edizione, lo Stabat Mater del pergolese e quest’opera del 1769,
periodo borbonico del compositore successivo al rientro dalla Russia. La scelta
del Don Chisciotte è anche un omaggio a
quattrocento anni dalla morte di Miguel De Cervantes, uni dei padri della
letteratura europea. Il tema del libretto del Lorenzi è assai bizzarro e
fantasioso: Don Chisciotte e l' inseparabile Sancho sono riletti in chiave
napoletana, oggetto di burle a volte anche pesanti da parte di due nobili
signore e dei loro balordi amanti (che alla fine si sposeranno, mentre il
Cavaliere e il fedele compagno continueranno il loro folle e un po' malinconico
viaggio). Cervantes non c' entra molto in tutto questo, del resto sembra
accertato che Lorenzi si sia ispirato al Don Chisciotte di Apostolo Zeno e
Pietro Pariati più che al tragico spagnolo. Paisiello infonde commossa poesia
nella vicenda e la musica scorre giocosa stemperando con un' ironia lieve
situazioni e personaggi che in altre mani avrebbero potuto diventare piuttosto
grevi. E' una musica piena di inventiva, con improvvisi voli lirici che, in
particolare nel secondo atto e nel canto d' amore del protagonista nel terzo,
ha un' orchestrazione raffinatissima e colori sempre variati, densa
e brillante che non lascia spazi vuoti e dove tutti i protagonisti sono
coinvolti in una trama serrata, accompagnati da un quartetto d’archi e dal
pianoforte. Il giovane regista milanese Davide Garattini Raimondi propone un
Don Chisciotte contestualizzato ai giorni nostri con i costumi di Giada Masi.
La follia offre l’occasione di continui rimandi al passato e il limite tra
pazzia e normalità è sempre più labile e tutti gli spettatori possono
riconoscere i propri mulini a vento. Lo spettacolo ripropone la formula
“Opera in Masseria”, dopo il successo del Barbiere di Siviglia lo scorso anno e
la prima di don Chisciotte a Borgo Egnazia quest’anno: la rappresentazione di
un titolo di repertorio in un contesto architettonico inusuale.
Il direttore di Martina Franca, Ettore Papadia
dirigerà l’ensamble dell’Orchestra ICO della Magna Grecia di Taranto con David
Ferri Durà (Don Chisciotte), Salvatore Grigoli (Sancio Panza), Shiri
Hershkovitz (la contessa), Alessandra Della Croce (la duchessa), Nico Franchini
(Don Calabrone), Iosu Yeregui (Don
Platone), Rosa García Domínguez (Carmosina), Alessandra Torrani (Cardolella) e
Cristina Fanelli (Ricciardetta), in collaborazione con l’Accademia del Belcanto
Rodolfo Celletti..
SINOSSI
SINOSSI
La Duchessa, la Contessa, Don
Calafrone e Don Platone partecipano ad una partita di caccia. Gli uomini
corteggiano le dame che si prendono gioco di loro. Sopraggiunge Sancio seguito
da Don Chisciotte. Sancio racconta al padrone che la bella Dulcinea, la dama
immaginaria che Don Chisciotte ha eletto a signora del suo cuore, è stata
trasformata in una brutta e rozza villana dal mago Frestone. Si tratta di una
fandonia inventata dallo scudiero, per trarsi d’impaccio dopo che Don
Chisciotte lo aveva incaricato di un’impresa impossibile, recapitare una
lettera alla immaginaria Dulcinea del Toboso. La Duchessa e la Contessa
decidono di prendersi spasso della coppia, invitandola a un banchetto
all’aperto. Seguono una serie delle beffe ordite dalle dame e dai loro
cortigiani per divertirsi alle spalle del Cavaliere Errante e del suo scudiero.
Sopraggiungono la Contessa e Carmosina, camuffate rispettivamente da maga
Melissa e da Dulcinea. La Contessa-maga spiega a Don Chisciotte che lo stesso
malefico incantatore che ha trasformato Dulcinea in rozza contadina, ha
tramutato alcune belle dame in orride donne barbute; per vincere l’incantesimo,
Don Chisciotte dovrà raggiungere il settimo cielo a cavallo dell’ippogrifo,
mentre Sancio dovrà ricevere 3.500 bastonate. Il Cavaliere e il suo scudiero
(riluttante per via delle bastonate) salgono con gli occhi bendati sopra un
cavallo di legno e intraprendono tra lo spasso generale il loro viaggio immaginario
attraverso gli spazi siderali. Campagna con dei mulini a vento sullo sfondo.
Don Calafrone e Don Platone si contendono i favori delle due dame, le quali
fingono condiscendenza, prendendosi gioco dei due. La simulazione coinvolge
anche Don Chisciotte, del quale le dame si dichiarano innamorate, suscitando la
gelosia dei due corteggiatori. Don Chisciotte combatte contro i mulini a vento.
Carmosina e Cardolella convincono Don Calafrone e Don Platone a rappacificarsi
con le dame. La Contessa e la Duchessa si sentono sinceramente attratte dai due
uomini e sono pronte a sposarli. L’occasione per dichiararsi ai futuri sposi
viene loro offerta, dopo un ridicolo duello (cui Don Chisciotte interviene in
qualità di arbitro) con il quale essi intendono decidere la loro sorte di
innamorati. Dopo avere fatto le spese di un ultimo scherzo (egli crede di
essere diventato una statua di pietra), Don Chisciotte insieme con Sancio
lascia la comitiva, verso nuove avventure.
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