venerdì 15 luglio 2016

FESTIVAL VALLE D'ITRIA, PREMIO RODOLFO CELLETTI A RUGGERO RAIMONDI

PREMIO RODOLFO CELLETTI A RUGGERO RAIMONDI


Era il 1980 e nell'Atrio di Palazzo Ducale, Ruggero Raimondi si esibì in un concerto di canto che per il neo nato Festival della Valle d’Itria era un grosso avvenimento perché Raimondi era già un personaggio di fama internazionale, grazie alla sua interpretazione cinematografica nel Don Giovanni di Mozart. La sua presenza a Martina Franca era dovuta all'amicizia nata con l'allora Direttore Artistico del Festival, Rodolfo Celletti. Il vociologo e il cantante si incontrarono nel 1979 e in quell'occasione, Celletti convinse Raimondi a  tenere il primo recital della sua carriera, quello appunto del 23  luglio del 1980. Domani sera il Festival omaggia il cantante con l’attribuzione del premio Belcanto Rodolfo Celletti all’interno di un concerto che è un inno alla tradizione belcantistica con arie di Mercadante, Donizetti, Mozart, Pacini e Rossini eseguite dal  mezzosoprano Aya Wakizono giapponese esperta del repertorio belcantistico, rossiniano in particolare, Massimo Cavalletti, uno dei più noti ed acclamati baritoni dei nostri giorni e del giovane tenore spagnolo Vicent Romero.
Il Premio del Belcanto “Rodolfo Celletti”, istituito da Alberto Triola nel 2010, vanta nel proprio albo alcuni tra i più prestigiosi nomi della lirica: 2010 Mariella Devia, 2011 Daniela Dessì, 2012 Paolo Coni, 2013 Lella Cuberli, 2014 Alberto Zedda, 2015 Luciana Serra ed è un’opera dell’artista Nicola Andreace. Sarà Angelo Foletto, presidente dell’associazione nazionale critici musicali e critico musicale del quotidiano La Repubblica, ha tracciare la figura di Raimondi che iniziò la sua formazione musicale nel 1978 ed ebbe il suo incontro fortunato prima con il soprano Edwige Ghibaudo; il tenore  Pier Venanzi, e fu poi allievo di Leone Magiera.  La corretta individuazione del registro di appartenenza del cantante fu ampiamente discussa, se cioè Raimondi fosse un autentico basso o un baritono. Se da un lato il cantante si affermò in un repertorio di basso assoluto, che comprendeva Mozart, Rossini, Bellini, la produzione verdiana, Boito; dall'altro si apprestava a diventare un autentico cantante-attore. Forse uno dei più completi, se non il più completo del dopoguerra. Il cantante poteva contare su di una tecnica di prim'ordine che poggiava sul possesso dei principi fondamentali: l'uso dei fiati, l'appoggio sul diaframma, l'emissione rotonda. Essi davano forza e consistenza ad una voce fuori dal comune, caratterizzata da un timbro prezioso immediatamente riconoscibile. Il timbro si colorava delle tinte necessarie ai singoli personaggi. Raimondi si configurò  come modello di belcanto, vale a dire un cantante della scuola di canto italiana: una voce in grado di dare continuità alla tradizione del basso italiano e di aprirsi uno spazio preciso e personale in un panorama dove si trovò a rivaleggiare con voci internazionale.


Elena da Feltre - Sinfonia
"Oh sì mie care...Or là, sull'onda" da Il giuramento

Gaetano Donizetti
"Decio, signor del mondo...Di tua beltade immagine" da Poliuto
"Non sai che un nume vindice" da Roberto Devereux

Wolfgang Amadeus Mozart
Idomeneo, re di Creta K.366 - Ouverture
"Tu, che fedel mi sei" da Mitridate, re di Ponto K.87

Giovanni Pacini
"Ove t'aggiri, o barbaro" da Stella di Napoli
"Di sua voce il suon giungea" da Saffo

Gioacchino Rossini
Semiramide - Sinfonia
"Balena in man del figlio" da Ermione
"Una voce poco fa" da Il Barbiere di Siviglia
"Largo al factotum" da Il Barbiere di Siviglia

AYA WAKIZONO mezzosoprano
VICENT ROMERO tenore
MASSIMO CAVALLETTI baritono

Direttore d'orchestra SESTO QUATRINI

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