LA
TRAVIATA
di Giuseppe Verdi
Arena di Verona
2 luglio (Prima rappresentazione) ore 21.00
5, 8, 12, 15, 22, 26, 30 luglio
ore 21.00
Il 2 luglio alle 21.00 debutta il terzo titolo
in cartellone della 94° edizione del Festival Lirico: La
Traviata,
melodramma in tre atti su libretto di Francesco Maria Piave e musica di
Giuseppe Verdi.
L’elegante allestimento, che ha aperto il Festival 2011 ed è stato
riproposto due anni dopo, è firmato da Hugo de Ana con le coreografie di
Leda Lojodice. Per il Festival 2016 la direzione d’orchestra è affidata a Jader
Bignamini (2, 5, 8, 12/7), al suo debutto all’Arena di Verona, che si
alterna a Fabio Mastrangelo (15, 22, 26, 30/7).
Repliche: 5, 8, 12, 15,
22, 26, 30 luglio 2016 (ore 21.00)
L’opera, andata in scena per la prima volta sul palcoscenico areniano
esattamente 70 anni fa, è stata presentata in 14 edizioni del
Festival per un totale di 104 rappresentazioni. Il melodramma è ispirato al romanzo La dame aux camélias di Alexandre Dumas
figlio, che racconta la triste vicende della più celebre tra le cortigiane
della Parigi di Luigi Filippo, Alphonsine Plessis, morta di tisi nel 1847 alla
giovane età di 23 anni. Il successo del libro è così grande che dal medesimo
titolo viene tratta una pièce teatrale andata in scena a Parigi nel febbraio
1852 proprio durante il soggiorno di Verdi nella capitale francese. La
protagonista, che nel romanzo si chiama Marguerite
Gautier, viene ribattezzata Violetta
Valéry nel titolo verdiano.
Il compositore infatti si era impegnato con il
Teatro La Fenice di Venezia a scrivere un’opera nuova per il carnevale 1853 e
la stesura della nuova partitura avviene in soli quaranta giorni, mentre il
libretto viene affidato a Francesco Maria Piave.
Il regista argentino Hugo de Ana
posticipa l’ambientazione della sua messa in scena di circa quarant’anni,
ambientando la vicenda nel 1890 per mantenere il senso di criticità storica del
periodo in cui è stata concepita l’opera. La vicenda di Violetta prende vita in
una sorta di spazio dei ricordi, una pinacoteca smontata e messa a soqquadro,
in cui le tele vuote sottolineano il gioco della verità e della finzione
scenica. È in questo spazio che lo spettatore può cogliere le molteplici
sfaccettature della vita della protagonista: la prostituzione, il denaro, la mondanità
e la superficialità di un mondo in declino, dove lei rinasce con la scoperta
dell’amore fino al momento estremo.
Il regista argentino ha dichiarato che non è
stato facile «mettere mano ad opere pensate per il chiuso, non per spazi
dispersivi, problematici per svolgere una vicenda intima»: da qui l’idea delle
enormi cornici semoventi, svuotate dagli specchi smontati e posti sul
palcoscenico, così da colmare gli ampi spazi areniani. Ma anche per significare
simbolicamente il lusso e nel contempo suggerire l’idea della decadenza dei
sentimenti e della corruzione dei personaggi. Precisa infatti Hugo de Ana: «Non
bisogna mai dimenticare che alla fine quest’opera è di forte impatto
critico-sociale rispetto alla vita di certe persone che vivono in maniera forse
spregiudicata, un po’ superficiale, sopra le righe. Di personaggi che possono
passare la barriera del tempo per essere perfino attuali, dei nostri giorni».
E nel finale non c’è redenzione in senso
religioso: «Nella morte della protagonista di cristianamente religioso esiste
solo l’accettazione, in una visione borghese assolutamente libera. Anche Verdi
viveva così, se ha sposato dopo anni di convivenza la Strepponi. Non credo che
ci sia questa specie di redenzione di Violetta nel senso morale: ne perderebbe
di forza tutta la storia ed il soggetto. Voglio sempre vederla, invece, come
una riflessione del personaggio davanti alla morte, che parta dall’idea del
sempre addio».
Violetta è un personaggio profondamente umano,
profondamente femminile, la cui sensualità è abilmente sottolineata anche dai
costumi scelti per l’allestimento. Il regista ha guardato ad un periodo ben
specifico, partendo da un quadro visto al museo Revoltella di Trieste, una
“Dama delle camelie” italiana di fine Ottocento, di un pittore poco noto,
Eugenio Scomparini: «Ho guardato più volte quella pittura... ed è proprio
Violetta che sta morendo. Ho sempre avuto l’idea di utilizzarla come immagine
in un teatro più piccolo. Così ho ambientato la vicenda nel 1890, un periodo in
cui, con la rinascita del mondo industriale, l’ambiente lascia segni profondi
anche sui lineamenti della protagonista. La mia intenzione è quella di
sottolineare la sua fragilità interiore, ma anche di evidenziare le
caratteristiche di donna ideale per dare una forza visiva maggiore all’uso di
espressioni chiare nell’allestimento». Ne scaturisce così una Traviata più
vicina alla tradizione, al bel stile italiano del melodramma.
Nel cast, alternati per le otto
rappresentazioni, grandi protagonisti: Violetta
Valéry sarà interpretata da Nino Machaidze (2, 5, 8, 12/7) ed Ekaterina
Bakanova (15, 22, 26, 30/7); nel ruolo di Alfredo
Germont troveremo Francesco
Demuro (2, 5, 8, 12, 26, 30/7) e Cristian Ricci (15, 22/7). Nelle vesti di Giorgio Germont, padre di Alfredo, vedremo Gabriele Viviani (2, 5, 8/7), Dalibor Jenis (12, 15, 22/7) e Artur
Rucinski (26, 30/7).
Flora Bervoix sarà impersonata da Clarissa
Leonardi, Annina da Madina Karbeli (2, 22, 26, 30/7), e Teona
Dvali (5, 8, 12, 15/7). Gastone di
Letorières avrà il nome di Paolo
Antognetti, il Barone Douphol di
Alessio Verna, il Marchese d’Obigny di
Romano Dal Zovo, il Dottor Grenvil di
Paolo Battaglia, Giuseppe di
Cristiano Olivieri e il duplice personaggio del Domestico/Commissionario di Victor Garcia Sierra.
Orchestra,
Coro, Corpo di ballo e Tecnici dell’Arena di Verona insieme a mimi e comparse.
Novità del Festival 2016, che ha riscosso già
l’unanime successo tra gli spettatori, è l’introduzione di due schermi ledwall ai lati del palcoscenico utilizzati per i sopratitoli in lingua italiana e inglese
per una migliore comprensione dell’opera.
luglio 2016 (ore 21.00)
La Traviata
Melodramma in tre atti.
Libretto di Francesco Maria Piave
Musica di Giuseppe Verdi
Direttore
Jader Bignamini
Regia, scene, costumi e luci Hugo de Ana
Coreografia Leda Lojodice
Personaggi e interpreti
Violetta Valéry Nino Machaidze
Flora Bervoix Clarissa Leonardi
Annina Madina
Karbeli
Alfredo Germont Francesco Demuro
Giorgio Germont Gabriele Viviani
Gastone di Letorières Paolo Antognetti
Barone Douphol Alessio Verna
Marchese d’Obigny Romano Dal Zovo
Dottor Grenvil Paolo Battaglia
Giuseppe Cristiano
Olivieri
Domestico/Commissionario Victor Garcia Sierra
Orchestra
Coro Corpo di ballo e
tecnici dell’Arena di Verona
Maestro del Coro Vito Lombardi
Coordinatore del Corpo di
ballo Gaetano Petrosino
Direttore allestimenti
scenici Giuseppe De Filippi Venezia
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