martedì 25 ottobre 2016

ACCORDO SUGLI ESUBERI AL TEATRO COMUNALE DI BOLOGNA

LA PROCEDURA DI MOBILITÀ PER 30 ESUBERI SI È CONCLUSA SENZA UN ACCORDO


La procedura di licenziamento collettivo ex legge 223/1991, avviata lo scorso maggio dalla Fondazione Teatro Comunale di Bologna secondo il piano di risanamento previsto in accordo con il MIBACT e resasi necessaria per contenere il costo del personale dipendente entro parametri di sostenibilità, si è conclusa in data odierna senza un accordo tra la Direzione del Teatro e le Organizzazioni sindacali.
A trovare l'accordo non è servito neppure un lungo confronto svoltosi in numerosi incontri prima in sede sindacale, poi in sede amministrativa (Regione Emilia-Romagna), durato più del doppio del tempo previsto dalla legge sui licenziamenti collettivi. La Direzione del Teatro, al fine di assecondare un percorso per l'adesione “volontaria” alla messa in mobilità, aveva individuato, tra l’altro, importanti risorse per sostenere economicamente chi si fosse reso disponibile alla ricollocazione lavorativa presso ALES Spa, società controllata al 100% dal MIBACT, con destinazione nei Musei bolognesi e nell'Archivio di Stato della città, con contratto di lavoro a tempo indeterminato.
La conseguente diminuzione di stipendio dei lavoratori ricollocati prevedeva, nell'ipotesi di accordo, un incentivo erogato dal Teatro teso a compensare su base pluriennale la differenza retributiva, fino a un massimo di 35.000 euro per ogni lavoratore.
I 25 posti di lavoro messi a disposizione da ALES Spa si sono concretizzati grazie a un significativo impegno della Direzione del Teatro, che ha ottenuto dal MIBACT un importante investimento economico pluriennale, per garantire posti di lavoro a tempo indeterminato a tutto il personale del Teatro in esubero. I rimanenti 5 esuberi saranno collocati in pensione entro l'anno corrente.
Anche nell'odierno incontro si è dovuto prendere atto che nessun lavoratore ha manifestato disponibilità alle condizioni preventivamente individuate nell'intesa siglata tra le parti il 14 settembre. Il mancato accordo è motivo di forte rammarico per il Teatro, che ha profuso ogni sforzo per garantire una ricollocazione rispettosa della dignità dei lavoratori e per realizzare questa fase riorganizzativa senza sostanziale impatto sociale.
Il mancato accordo tra il Teatro e le Organizzazioni sindacali non ha ricadute immediate, ma resta inderogabile la necessità di ridurre significativamente i costi del personale – dai precedenti 14 milioni e mezzo di euro ad almeno 13 milioni di euro (il costo complessivo delle attività del Teatro Comunale di Bologna si attesta su un valore inferiore ai 20 milioni di euro) – pena il possibile fallimento della Fondazione.







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