GIOVANNI
PAISIELLO FESTIVAL
XIV
edizione – 2016
I TRE BUFFI
per la prima volta
insieme
i baritoni di fama
internazionale
Paolo Bordogna
Domenico Colaianni
Bruno Praticò
giovedì 20 ottobre,
ore 21
Teatro Orfeo
Taranto
Una rivincita carica di ironia. Se la
prendono tre baritoni di fama internazionale sui celebri tre tenori. Sono i
«Tre Buffi» Paolo Bordogna, Domenico Colaianni e Bruno Praticò, protagonisti
del gran finale del Giovanni Paisiello Festival organizzato dagli Amici della
Musica, in programma giovedì 20 ottobre (ore 21) al Teatro Orfeo di Taranto
(info biglietti 099.730.39.72). È la prima volta che i tre artisti si
esibiscono insieme, uniti da un’idea del direttore artistico del festival
Lorenzo Mattei, che per il consueto recital vocale quest’anno ha voluto puntare
su una dimensione “popolare” mettendo insieme tre celebri specialisti del
repertorio comico e dare vita ai più spassosi ruoli buffi dei drammi giocosi di
scuola napoletana.
Molti ruoli importanti sono stati
scritti per questa affascinante vocalità, fra i quali Figaro nelle «Nozze»
mozartiane, Leporello nel «Don Giovanni», Falstaff nella omonima opera verdiana,
Escamillo nella «Carmen» di Bizet e molte parti in opere wagneriane. E
interpretando “a solo”, duetti e terzetti entrati a far parte della storia del
teatro d’opera, Bordogna, Colaianni e Praticò restituiranno quella teatralità
comica sulla quale Paisiello basò gran parte del proprio successo.
Accompagnati al pianoforte da Vincenzo
Rana, i tre protagonisti di quest’inedito recital offriranno uno spettacolo
unico, affrontando un repertorio di particolare fascino, oltre che di notevole
difficoltà tecnica. Saranno presentate arie incantevoli e universalmente amate,
a cominciare da alcune del grande compositore tarantino tratte dal «Barbiere di
Siviglia» (“La calunnia” e “Ma dov’eri tu, stordito”) e dal «Socrate
immaginario» (“Luci vaghe, care stelle” e “T’aggio ditto statte bona”), cui si
affiancheranno, in un fruttuoso e irresistibile confronto artistico, altre note
melodie di Donizetti (“Udite o rustici” da «L’elisir d’amore» e “Cheti, cheti
immantinente” dal «Don Pasquale»), Rossini (“Sia qualunque delle figlie” e “Un
segreto d’importanza” dalla «Cenerentola» e “D’un bell’uso di Turchi” dal
«Turco in Italia») e Nino Rota (“È una cosa incredibile” dal «Cappello di
paglia di Firenze»).
Grazie a una duttilità interpretativa e
ad una grande capacità attoriale, Bordogna, che ha cantato nei più grandi
teatri, dalla Scala di Milano all’Opèra di Parigi, ha affrontato oltre
cinquanta personaggi in un repertorio che spazia dal barocco all’opera
contemporanea, con una particolare predisposizione per Mozart, Rossini,
Donizetti e il Belcanto. Mentre sono addirittura più di cento i ruoli con i
quali si è confrontato Praticò nei templi della lirica, dal Metropolitan di New
York al Covent Garden di Londra, forte della lezione di Rodolfo Celletti,
indimenticato primo direttore artistico del Festival della Valle d’Itria. E di
Martina Franca è sicuramente un vero beniamino il barese Colaianni, applaudito
nella «Bohème» e in «Tosca» alla Scala, al Regio Di Torino in «Don Pasquale»,
al San Carlo di Napoli nelle «Nozze di Figaro» e in molti altri importanti
teatri, in Italia e nel resto del mondo.
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