venerdì 9 dicembre 2016

LE NOTTI DELLE STREGHE AL TEATRO GOLDONI DI FIRENZE PER L'OPERA DI FIRENZE ED IL MAGGIO FIORENTINO


LE NOTTI DELLE STREGHE
dal Macbeth di William Shakespeare e Giuseppe Verdi

In scena al Teatro Goldoni per la Stagione d’opera dell’Opera di Firenze/Maggio Musicale Fiorentino
dal 9 dicembre 2016

Per il grande successo delle prenotazioni e per soddisfare la richiesta del pubblico  è stata aggiunta una recita aggiuntiva ( la settima).

Firenze 9 dicembre – LE NOTTI DELLE STREGHE, il nuovo spettacolo di VENTI LUCENTI  nell’ allestimento in collaborazione con il Conservatorio di Musica “Luigi Cherubini di Firenze e con l’Accademia del Maggio Musicale Fiorentino, ha riscontrato un tale successo nelle prenotazioni  - che hanno portato praticamente a esaurire gli spettacoli - tanto che si è ritenuto opportuno quindi, per favorire il pubblico, di aggiungere una recita, la settima, oltre a quelle già messe in calendario; le recite diventano le seguenti: 9 dicembre 9 (ore 10.00), 10 (ore 16.30), 11 (ore 16.30), 13 (ore 10.00 e 20.00), 14 (ore 10.00), 14 (ore 20.00).

Shakespeare e Verdi, due giganti del teatro. L’opera? Il Macbeth. Una delle più incredibili, tragiche, avventurose storie che siano mai state scritte e musicate al mondo. La vicenda è piena di bramosia di potere, desideri, odi, amori, passioni estreme, streghe che emergono dalla bruma del mattino, fantasmi che appaiono e poi spariscono, battaglie, uomini che vincono, donne che perdono, condottieri che combattono per una poltrona, spade, banchetti, boschi che camminano e occhi che si chiudono. In questa visione di VENTI LUCENTI, sarà piena anche di bambini,  che salvano il regno e diventano re.

Il nuovo spettacolo di Manu Lalli, che ha curato la regia e la scrittura scenica ( scene firmate da Roberta Lazzeri) primo pannello del “Progetto All’Opera 2016-2017”, propone una suggestiva versione del Macbeth attingendo alla tragedia di Shakespeare (nel 400° anniversario della morte) e all’opera di Verdi (composta nel 1847 per il Teatro della Pergola di Firenze); l’opera in scena al Goldoni  gode del libero adattamento musicale di Andrea Basevi, compositore molto noto nell’ambito del repertorio per ragazzi, ed è stato realizzato appositamente per questo spettacolo e quindi rappresenta una prima esecuzione.

A proposito di  “Le notti delle streghe”, afferma Manu Lalli: “Mai come in questa occasione il lavoro con i ragazzi è stato  affascinante, delicato ed educativo. I bambini hanno cantato, ascoltato, immaginato, riso, lottato, interpretato il bene e il male e imparato un sacco di cose,  ma hanno anche, credo, compreso, con l’intensità,  che forse solo la musica e il teatro possono regalare, che le streghe della nostre passioni più violente esistono solo se ci si crede”.

Sul podio a dirigere la Sinfonietta del Conservatorio Cherubini, il maestro Francesco Pasqualetti, che debutta al Maggio; Pasqualetti è un giovane direttore d’orchestra toscano, già presente in alcuni grandi teatri d’opera europei ( qualche mese fa ha diretto Così fan tutte all’Opera di Colonia); i cantanti che si alterneranno delle varie recite sono gli artisti dell’Accademia del Maggio.


Cast:
Macbeth
Benjamin Cho (9, 11, 13 ore 20.00, 14 ore 10.00) / Leon Kim (10, 13 ore 10.00, 14 ore 20.00)

Lady Macbeth
Euheee Kim (9, 11, 13 ore 20.00, 14 ore 10.00) / Chiara Mogini (10, 13 ore 10.00, 14 ore 20.00)

Apparizione
Marta Pluda

PREZZI Posto unico   € 15
Ragazzi (under 16)        € 5

Teatro Goldoni
Via Santa Maria, 15
50125 Firenze


Note di regia “Le notti delle streghe” di Manu Lalli

Macbeth, uno dei personaggi più imponenti del teatro di tutti i tempi. Shakespeare e Verdi, due grandissimi, faccia a faccia. Parole, musica, canto. Un progetto complesso e realizzato con dei bambini, dei giovani,  cantanti, attori, musicisti. E’ un’opera? Una piéce teatrale? Entrambe le cose. E’uno spettacolo. La storia di Macbeth è la storia della follia degli umani, dell’orrore di cui gli umani sono fatti, delle giustificazioni che gli umani danno alla brama di possesso, alla patetica illusone di essere immortali,  infiniti. E’ la storia delle streghe che ispirano un male che gli umani hanno già totalmente in se stessi. Che cosa spinge infatti un uomo, che ama, che vive nella società, che ha l’occasione di vedere il tramonto, l’alba, di percepire il freddo, il caldo, di sentire le stagioni, di vedere il mare, o la neve, a distruggere, uccidere e brutalmente schiacciare i suoi simili? Per il potere? Quale demoniaca forza spinge ai fianchi un essere umano a mettersi nell’idea di sterminare tutti coloro che ostacolano il suo desiderio? Per dominare su cosa?
Tanti secoli sono passati da quando l’uomo abita la terra. Eppure nonostante il tempo minuscolo che ogni uomo vi trascorre, invece di fare tesoro della magnificenza della natura e della vita,  l’umanità con una scusa o con l’altra si è spesso fatta sopraffare dall’odio, dalla gelosia, dalla vanità e dalla brama di possesso per finire lei stessa distrutta dalla violenza che aveva generato. Questo è Macbeth, e forse mai come oggi il grande Shakespeare è tanto attuale, forse mai come oggi tutti noi dovremmo rivalutare con sbalordita meraviglia i beni che possediamo con tanta, forse troppa, leggerezza: la pace, la libertà, le aspirazioni possibili ad una felicità che sentiamo di meritarci. Perché non è e non è stato sempre così: Il terrore è stato per millenni anche da noi una realtà permanente, come lo è adesso in tanta parte del mondo.

Questa specie di vacanza dalla paura che l’occidente si è preso e che, moltitudini di uomini e donne hanno lottato e lottano ogni giorno per ottenere, può finire da un istante all’altro  se tutti noi non ci impegniamo a custodire questa temporanea pausa dalla paura e cerchiamo di condividerla con altri. Macbeth ci insegna una spaventosa verità che tutti per negligenza tendiamo a scordare: essere tolleranti, comprensivi, onesti, buoni non è scontato e soprattutto non è istintivo. L’istinto è egoista, prevaricatore, cieco, e avido. Vuole tutto, subito e solo per se. Per questo è così interessante. Per questo non possiamo farne a meno. Per questo dobbiamo riconoscerlo e abituarci a viverlo cercando di domarlo, perché sia strumento di forza e non di violenza. Amare gli umani, conviverci è un lavoro duro, un processo costante che si costruisce ogni giorno scoprendo, con la fatica che sappiamo a memoria,  che la prima strega da combattere per abbattere la stupidità, il pregiudizio, la violenza e l’ignoranza è sulla punta dei canini che ognuno di noi nasconde sotto il sorriso.

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